Lezione di giornalismo

Il caso Visco-Speciale è davvero esemplare perché insegna a tutti – anche a noi del Giornale – qualcosa da non dimenticare: se il potere si fa arrogante e minaccioso, la stampa non deve mai farsi intimidire. I nostri lettori ricorderanno le accuse che dal centrosinistra furono lanciate al Giornale perché osò raccontare la storia delle pressioni di Visco sul comandante generale della Guardia di Finanza. Liquidarono la nostra inchiesta come «spazzatura» da catalogare alla voce «è una campagna orchestrata contro il governo». Autorevoli esponenti della procura di Milano (che per prima si era occupata del caso, archiviandolo per mancanza di «potenti» indizi) spiegarono che si trattava di un’inchiesta giornalistica dettata dalla «campagna elettorale in corso». Bene, poche settimane dopo, l’onorevole professore e viceministro dell’Economia Vincenzo Visco finisce sotto indagine a Roma per «abuso d’ufficio e minacce» nei confronti del Comandante delle Fiamme Gialle Roberto Speciale. L’inchiesta è in corso, Visco ha parlato per due ore e mezzo esponendo la sua verità e non sarà certo il Giornale a tradire il suo spirito garantista per un Visco qualsiasi. Fino a prova contraria, come Corona, come Ricucci, come Fiorani, deve essere ritenuto innocente.

Ma una cosa vogliamo far notare a chi sputava sentenze sul nostro lavoro giornalistico: il caso Visco-Guardia di Finanza meritava di essere raccontato e soprattutto indagato dalla magistratura. M.B.

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