La lista azzurra dopo le primarie della discordia. Ma Butti apre per il ballottaggio

La lista azzurra dopo le primarie della discordia. Ma Butti apre per il ballottaggio

Il paradosso è a che Como, unica città in Lombardia, il Pdl ha fatto le primarie per scegliere il candidato sindaco. È finita lo stesso in rissa, e oggi a mezzogiorno verrà depositata la lista «Forza Cambia Como», sulla scia di quelle nate dopo «Forza Lecco» ma con un «cambia» in più perché l’altro simbolo è stato già registrato da altri.
Senti le due parti in campo, di qua gli ex An col senatore e segretario provinciale Alessio Butti e l’area Cl, di là gli ex Fi con l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi, sconfitto alle primarie e candidato della nuova lista forzista, e pare il gioco delle due verità. Butti accusa Gaddi di aver tradito il «patto dell’onore», quello pre-primarie che prevedeva il sostegno dello sconfitto al vincitore, e cioè Laura Bordoli, espressione della società civile, che ha raccolto il 56 per cento dei consensi contro il 44 di Gaddi. E Gaddi accusa Butti di aver tradito il «patto della pace», fatto a Roma con i coordinatori nazionali ma disfatto a Como, secondo il quale la gestione della campagna elettorale, ma anche del partito, non sarebbe più stata «con un 85-25 a favore dell’area ex An, ma avrebbe rispettato i pesi stabiliti dalle primarie, quindi il nostro 44».
Per Butti trattasi dello sconfitto che non si rassegna: «La verità è che vogliono spaccare a tutti i costi. I loro manifesti erano già pronti mentre ancora stavamo trattando. E a Gaddi non bastava ottenere posti in lista e il ruolo di vicesindaco: ha inserito richieste, anche personali, irricevibili». Opposta la versione di Gaddi, che denuncia primarie pilotate: «Per portare le loro truppe cammellate non hanno voluto aprirle alle piazze, e infatti nell’unico seggio aperto alla gente ho vinto io». Butti dice che no, le primarie sono state fatte come da indicazioni del responsabile nazionale Mario Valducci, «quindi se le attaccano, attaccano lui, ma io non ci sto: c’era un regolamento». Comunque, lamenta Gadda negando di aver inserito richieste personali in agenda, «io il giorno prima accettavo la sconfitta e promettevo sostegno alla Bordoli, e il giorno dopo venivo sfiduciato in consiglio comunale su mozione di un ex Pdl e col benestare dei colleghi Pdl, che sono usciti dall’aula. Mi vogliono eliminare, tutto qui».
Così ecco la lista azzurra. «Forza cambia Como è la legittima difesa da un’aggressione fascista» dice Gaddi, che nel calderone degli attacchi politici annota pure l’esposto di tre esponenti Fli contro la sua gestione delle mostre a Villa Olmo.

Obiettivo della lista, aggiunge, è richiamarsi allo «spirito berlusconiano di cambiamento nato nel ’94 e sempre attuale». Divisi alle urne quindi, ma Butti ieri ha teso la mano: «Se ci sarà il ballottaggio, sono pronto all’accordo».

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