Manovra, Letta mette la fiducia per blindare la maggioranza

Al Senato prevista una seduta fiume per approvare la legge di Stabilità entro mezzanotte. In caso contrario il voto sulla decadenza di Berlusconi slitterà

Roma - Palazzo Madama, «il giorno più lungo». Inizia questa mattina alle 9.30, rischia di finire dopo mezzanotte con il risultato sul voto di fiducia sulla legge di Stabilità. Esiste, infatti, la clausola approvata in passato che subordina il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi all'approvazione della manovra. Qualora il dibattito sulla legge di Stabilità dovesse prolungarsi, il voto sulla decadenza dovrebbe slittare. E, nella notte, la legge di Stabilità è ancora in discussione in commissione Bilancio.
Dovrebbe arrivare in aula questa mattina alle 9.30. A quel punto i senatori avranno solo 30 minuti per presentare emendamenti al testo votato dalla commissione. In precedenza, si sarà riunita una conferenza dei capigruppo per regolare i lavori dell'aula; sempre che la commissione abbia votato un testo della manovra. Secondo i regolamenti parlamentari, appena la legge di Stabilità approderà nell'aula del Senato il governo dovrebbe annunciare la richiesta del voto di fiducia su un maxi emendamento, destinato ad assorbire il testo della commissione più altre modifiche. A quel punto si ricomincia. La seduta viene sospesa. Innanzitutto, il governo deve ricevere la «bollinatura» della Ragioneria generale dello Stato sul maxi emendamento che, nel frattempo, ha cambiato veste: un unico articolo con migliaia di commi, al posto degli articoli. Si riunisce una nuova conferenza dei capigruppo: dovrà stabilire la durata degli interventi per ogni gruppo e fissare un orario per la presentazione degli emendamenti al maxi emendamento del governo.

E solo a quel punto l'aula di Palazzo Madama può iniziare a discutere la legge di Stabilità. Per il regolamento del Senato la fiducia può essere votata nello stesso giorno in cui viene chiesta, non devono trascorrere le 24 ore obbligatorie, previste dal regolamento di Montecitorio. Ma saremo già arrivati all'ora di pranzo. A quel punto inizia la discussione. «Viviamo alla giornata», commenta un senatore di lunga esperienza. «Non so se l'aula riuscirà ad approvare la manovra entro il 26 novembre». E se va oltre, scatta la clausola che impedisce il voto sulla decadenza prima dell'approvazione della legge di Stabilità. Da qui, ogni tentativo del governo di accelerare i tempi della discussione ricorrendo al voto di fiducia. Dice Dario Franceschini che il voto di «fiducia è necessario non solo per garantire i tempi di approvazione (della manovra). Ma anche per verificare politicamente, con chiarezza e senza ambiguità, il rapporto fiduciario tra governo e maggioranza parlamentare». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento sa benissimo, però, che qualora questa mattina Forza Italia dovesse non votare la fiducia alla legge di Stabilità il governo si troverebbe con una maggioranza diversa da quella che lo ha finora sostenuto. Il «galateo istituzionale», in questi casi, prevede che il presidente del Consiglio tragga le opportune considerazioni. In passato, in casi del genere, il premier - dopo aver conferito con il capo dello Stato - veniva invitato a presentarsi nuovamente alle Camere per ottenere una nuova fiducia dalla nuova maggioranza; e poter proseguire così nell'attività di governo.

Insomma, se la scaletta di marcia venisse confermata, e il Senato riuscisse ad approvare la legge di Stabilità, stanotte dopo il voto del Senato, o domani mattina, Enrico Letta dovrebbe salire al Quirinale. E una volta votata la decadenza di Berlusconi, chiedere una nuova fiducia.

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