Gaza, telefonate Meloni-Schlein. Alla Camera sì a mozione Pd sul cessate il fuoco

Contatti telefonici tra le due leader di partito in vista della discussione alla Camera sulla guerra tra Israele e Hamas. La leader dem: "Serve una missione internazionale di interposizione a Gaza". Il governo dà parere favorevole alle mozioni delle opposizioni

Gaza, telefonate Meloni-Schlein. Alla Camera sì a mozione Pd sul cessate il fuoco
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Due lunghi colloqui telefonico sono intercorsi tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La segretaria del Partito Democratico avevo richiesto, in un'intervista al Corriere della Sera, aveva annunciato l'intenzione di rivolgersi al presidente del Consiglio per affrontare la crisi a Gaza; e oggi le due leader di partito si sono sentite al telefono. Tra gli argomenti affrontati nel corso delle telefonate ci sono le mozioni sulla guerra in Medio Oriente che devono essere votate oggi alla Camera dei Deputati, dove la stessa segretaria dem è poi intervenuta: "Chiediamo al governo una iniziativa forte. L'Italia faccia al sua parte, forte della sua tradizione diplomatica per riprendere la strada indispensabile della pace". Schlein ha poi aggiunto:"Serve una missione internazionale di interposizione a Gaza, che coinvolga i Paesi arabi, sotto l'egida delle Nazioni unite", perché "quello che stiamo vedendo sul popolo palestinese è una punizione collettiva, una risposta del tutto sproporzionata".

Nell'Aula di Montecitorio c'è stata infatti la discussione delle mozioni. In rappresentanza del governo c'è quella firmata dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli; per la maggioranza parlamentare, quella unitaria con Andrea Orsini di Forza Italia, passata con 182 sì, 51 no e 61 astenuti. Opposizioni invece in ordine sparso, con una mozione ciascuno che è stata presentata dal Pd (prima firmataria Schlein): da questa c'è stata il via libero dell'emiciclo all'impegno a "sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza al fine di tutelare l'incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all'interno della Striscia". Da Movimento Cinque Stelle (primo firmatario Silvestri) e da Alleanza Verdi Sinistra con Nicola Fratoianni anche qua c'è stato l'ok ad alcuni punti concernenti iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente. Parere favorevole del governo alla mozione di Azione (passata con 184 sì, nessun voto contrario e 112 astenuti) e a quella di Italia Viva.

Schlein aveva affermato sul quotidiano di via Solferino: "La situazione è più che drammatica: bisogna fermare Netanyahu e l'attacco a Rafah per evitare un'ulteriore ecatombe oltre alla strage di civili che è già in corso da troppe settimane a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato, lo chiediamo da mesi - ha detto il capo politico dei dem -. Chiamerò Giorgia Meloni perché è necessario che il governo si attivi. Non abbiamo visto fin qui un'iniziativa diplomatica e politica all'altezza della tradizione italiana e occorre che l'Italia invece faccia la sua parte per porre fine a questo massacro di civili e per riprendere un dialogo sulla soluzione politica dei due popoli due Stati". Per poi aggiungere: "Se il governo mette in campo un'iniziativa per la pace in Medio Oriente noi ci siamo". Questa mattina a Radio1, poi, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato di "reazione a questo punto sproporzionata" da parte di Israele. "Ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas", ha detto il vicepresidente del Consiglio.

Ieri sera comunque, in un'intervista al Tg5, Meloni era stata piuttosto chiara: "Non mi faccio dettare l'agenda", ribadendo la "posizione seria" dell'Italia è quella di cercare una "soluzione duratura" che tenga insieme "il diritto di Israele a esistere" e "il rispetto per la popolazione civile" palestinese. La speranza di Schlein era quella di ottenere un via libera del governo alla propria mozione, per potere rivendicare di avere dato la linea: quella di chiedere il riconoscimento della Palestina da parte dell'Unione Europea.

Del resto si è trattato di una sapiente mediazione interna tra i pro-Palestina e i filo-Israele, elaborata dall'ex ministro per gli Affari europei Enzo Amendola per tenere uniti i parlamentari ed evitare scivoloni come quelli, ripetuti, sull'Ucraina. Tant'è che la mozione è stata presentata solo alla Camera e non anche al Senato, dove le divisioni minacciavano di essere più sostanziose.

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