Luca Cordero di Montezemolo scende in campo e scopre la carte. E lo fa aprendo la strada per la Terza Repubblica e chiudendo la porta alla politica classica. "Siamo qui perchè vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica, che metta al centro questa Italia, l’Italia che rema", ha detto nella convention di Italia Futura in cui chiede un ruolo attivo alla società civile, "che dovrà opporsi a due spinte ugualmente deleterie sottraendo gli italiani ad un’alternativa nefasta: chi ritiene che tutto vada distrutto prima di ricostruire".
Quel che non è ancora certo, però, è chi sarà a capo di questo movimento. Le indiscrezioni volevano che Montezemolo chiedesse a Monti di candidarsi alle prossime politiche per permettere al Professore di non perdere il lavoro iniziato, ma oggi l'imprenditore spiazza tutti: "Non chiediamo al premier di prendere oggi la leadership di questo movimento politico. Ciò pregiudicherebbe il suo lavoro e davvero non ce lo possiamo permettere. Ci proponiamo di dare fondamento democratico ed elettorale al discorso iniziato dal suo governo perché possa proseguire". Quello che nasce oggi, quindi, è un movimento che non ha una sola guida: "La leadership è rappresentata da tutti noi. Da coloro che ne fanno parte oggi e da coloro che arriveranno domani. Da una classe dirigente ampia, credibile e proveniente da esperienze diverse. Questa dimensione di squadra è l’unica che ho praticato nella mia vita professionale e che riconosco come vincente".
"Mai più" è il refrain del suo manifesto. Un programma di rottura con il passato, fatto da imprenditori che si pongono diametralmente all'opposto da chi la politica la fa per professione. "Mai più firmeremo deleghe in bianco alla classe politica", tuona Montezemolo sostenendo che in "questi venti anni abbiamo provato vergogna per essere italiani e perché nessuno di voi vuole mai più provare questo sentimento. Mai più accetteremo di vedere l’Italia derisa e disoronata, mai più proveremo l’umiliazione di essere commissariati o di essere l’anello debole in Europa e nel mondo".
Anche sulle politiche contro la crisi, Montezemolo ha da ridiri. In particolare, il presidente della Ferrari se la prende con la tante volte invocata patrimoniale: "L’unica patrimoniale che dobbiamo introdurre è quella sullo Stato", sostiene, "Non è solo una misura giusta nei confronti degli italiani ai quali si chiedono rinunce senza fine ma serve a aumentare concorrenza e liberare energie per la crescita". Ma non solo: basta con sprechi e corruzione, basta con l'evasione. Per Montezemolo, "chi occulta il proprio reddito ed evade è un ladro, esattamente come chi sperpera i soldi pubblici. Il fisco è dove più chiaramente emerge la patologia del rapporto tra Stato e cittadini". Per questo, oltre ad un'Agenzia delle Entrate che monitori il pagamento delle tasse, c'è bisogno di una "agenzia delle uscite, per pretendere trasparenza sulle spese della pubblica amministrazione".
E anche per concretizzare questa rottura con il passato, la prossima legislatura dovrà affrontare "il dimezzamento del numero dei parlamentari, il ripensamento delle autonomie locali, la legge elettorale ed una stringente regolamentazione del conflitto di interesse: il problema non è raddrizzare gli italiani ma far funzionare l’Italia. Debito, spesa pubblica, evasione, tasse, crescita, sono problemi risolvibili".
Dopo le elezioni, quindi "dovremo contribuire in maniera determinante alla nascita di un governo costituente di ricostruzione nazionale. Un esecutivo di ampio respiro, credibile e competente che inizi il percorso fondativo della terza Repubblica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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