Mario Monti rassegna le dimissioni

Il premier sale al Colle e rassegna le dimissioni. Il governo resta in carica per gli affari correnti. Domani inizia il giro di consultazioni tra Napolitano e i gruppi parlamentari

Mario Monti rassegna le dimissioni

Il presidente del Consiglio Mario Monti si è recato in serata al Quirinale. Dopo avere dato l'annuncio al Consiglio dei Ministri ha rassegnato le dimissioni nella mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva già preannunciato come irrevocabili in un comunicato dell'otto dicembre.

Il Capo di Stato ha preso atto della decisione del presidente del Consiglio. Ha invitato però il governo - come da prassi - a rimanere in carica per occuparsi degli affari correnti. Il premier ha poi informato telefonicamente Gianfranco Fini e Renato Schifani, presidenti di Camera e Senato, delle avvenute dimissioni. Domani inizieranno le consultazioni con i presidenti dei gruppi parlamentari. Poco prima delle dimissioni, Piero Giarda, ministro per i Rapporti col Parlamento, ha ringraziato "i presidenti di Camera e Senato e tutti i deputati e i senatori per l’impegno e il senso di responsabilità dimostrati nel periodo del governo Monti, con particolare riferimento alle ultime settimane di lavori parlamentari". Chiedendo che "questi sforzi non vadano dispersi".

Come aveva annunciato l’8 dicembre, dopo che il Pdl alla Camera gli aveva comunicato il ritiro del sostegno, il capo del governo ha aspettato il sì definitivo alla legge di Stabilità e subito dopo è salito al Quirinale per dimettersi. Una breve riunione del Consiglio dei ministri (giusto il tempo di approvare definitivamente le regole sull’incandidabilità per le prossime elezioni) ha preceduto l’incontro del premier con il capo dello Stato. Un incontro di breve durata: in tutto una ventina di minuti per concordare gli ultimi particolari della road map che conduce al voto anticipato.

Dopo un giro di consultazioni-lampo dei capigruppo parlamentari (già organizzato per domani, dalle 10 alle 13) il capo dello Stato prenderà la decisione finale sulla fine della legislatura. Tutto lascia prevedere che lo scioglimento delle Camera arriverà domani: nessuna incertezza, ormai, sulla data delle elezioni, che si terranno il 24 febbraio.

Il Parlamento è stato impegnato in un rush finale per l’approvazione degli ultimi provvedimenti rimasti in sospeso; oltre la legge di stabilità, la riforma della professione forense, e diversi provvedimenti dal "sapore elettorale", approvati grazie al clima da "rompete le righe" che si respirava a Montecitorio e Palazzo Madama. Non ce l’ha fatta a superare il traguardo, invece, il decreto che riduce le firme per la presentazione delle liste elettorali, arenatosi per l’opposizione della Lega.

Berlusconi: finita era sospensione democrazia

"Ho sentito che Monti è andato al Quirinale, finisce l’era del Governo tecnico e speriamo che non ci si debba più ritrovare in situazioni di sospensioni della democrazia", ha detto Silvio Berlusconi arrivando all’hotel Parco dei Principi di Roma per partecipare a una cena con la squadra del Milan. "Non mi ha indispettito il comportamento di Monti. Non so cosa farà, aspettiamo di sentire le sue decisioni: credo che verranno esternate alla conferenza stampa di domenica" ha detto il Cavaliere.

Poi ha ribadito che "non farà una campagna elettorale contro nessuno" e ha riferito di aver sentito "poco fa un’azienda di sondaggi, secondo la quale con la sua presenza in tv il Pdl ha recuperato il 5%: così possiamo puntare a quel 40% per vincere".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica