Noi restiamo liberi

Passa la linea di Bruti Liberati: il direttore sarà detenuto in casa, proibite le visite e i contatti. Ma, in una drammatica conferenza stampa, Sallusti ribadisce la richiesta di essere incarcerato: "Intanto faccio il Giornale". È braccio di ferro

Alessandro Sallusti durante la conferenza stampa
Alessandro Sallusti durante la conferenza stampa

Da oggi Alessandro Sallusti non è più libero. Chi ha avuto voglia di leggere le nostre cronache conosce alla perfezione la vicenda. E si sarà formato un giudizio. Noi abbiamo un solo obbligo ed è nei confronti dei nostri lettori. Il Giornale, il suo direttore responsabile, i suoi redattori sono rimasti feriti da questa vicenda, ma sono e continueranno a essere liberi nell'esercizio dell'unico patrimonio di cui dispongono: la testa e la penna. Non abbiamo intenzione di fare le vittime. Ogni giorno la giustizia, così si chiama, commette errori e talvolta violenze. Mentre noi scriviamo lo Stato italiano tortura decine di migliaia di detenuti (gran parte in attesa di giudizio) in condizioni carcerarie da terzo mondo. Noi abbiamo la fortuna di avere un alleato. I lettori. Che ogni mattina ci danno la loro fiducia. Senza di voi le battaglie di libertà del Giornale sarebbero un esercizio per virtuosi.

Molti di voi sanno che le sfide giuste spesso non coincidono con quelle dei chiassosi luoghi comuni. Siamo stati abituati a un direttore gambizzato nell'indifferenza generale, anzi tra i brindisi dei buoni borghesi e dei giornaloni che contano. Cosa volete che siano quattordici mesi di reclusione.

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