L'odio dei "cattivi maestri" contro Meloni per l'anniversario del rogo di Primavalle

Da Oreste Scalzone, co-fondatore di Potere Operaio, e Francesco Piccioni, ex brigatista, parole choc sulla lettera di Giorgia Meloni per l'anniversario del rogo di Primavalle

L'odio dei "cattivi maestri" contro Meloni per l'anniversario del rogo di Primavalle

Nel giorno del cinquantesimo anniversario del rogo di Primavalle, Giorgia Meloni ha deciso di scrivere una lettera all'associazione fondata dalla famiglia in ricordo dei due fratelli arsi vivi dalle fiamme che, nel cuore della notte, avvolsero la loro casa. Ad appiccare l'incendio furono Marino Clavo, Manlio Grillo e Achille Lollo, militanti di Potere Operaio, che vollero punire Mario Mattei, segretario locale del Movimento Sociale Italiano.

Dal presidente del Consiglio parole di ferma condanna del presidente del Consiglio ma anche un invito alla pacificazione rivolto a tutti. Eppure, anche a distanza di cinquant'anni, quell'evento continua a essere in qualche modo giustificato, così come i suoi autori.

"La sentenza finale fu una condanna per tutti gli imputati a 18 anni per omicidio preterintenzionale, mentre qui, in questo rilancio di campagna, si evoca una furia violenta propriamente intenzionale", ha dichiarato all'Adnkronos Oreste Scalzone, co-fondatore di Potere Operaio, che tutt'oggi non rinnega il suo ruolo e la responsabilità di aver contribuito alla fuga di Clavo e Grillo. "Il problema non è rifiutarsi di riconsiderare quanto si è detto o fatto nel corso della propria vita, ma io ho una mia deontologia in materia. Di fronte all'immane brutalità dello Stato, non entro in giudizi di valore sui soggetti in questione. Ritengo di stare dalla parte dei fuggiaschi, di chi si sottrae. Come disse Jean Genet, 'tra la rivolta degli oppressi e la brutalità degli oppressori, non sarò mai neutrale'", ha detto ancora.

Dei tre responsabili, solo Lollo effettuò alcuni anni di carcere: gli furono inflitti con sentenza definitiva, in una sentenza che non riconobbe l'aggravante terroristica, 18 anni di carcere. Grillo fuggì in Nicaragua e di Clavo si persero le tracce mentre Lollo prima della pronuncia definitiva della Cassazione riuscì a fuggire in Brasile. Per tutti e tre la pena venne dichiarata estinta, attraverso un complesso meccanismo di calcolo, il 12 ottobre 2003.

Mentre da sinistra in pochi, oggi, ricordano i fratelli Mattei, le braci di quell'odio politico continuano ad ardere in persone come Scalzone: "Mi verrebbe da dire da che pulpito, non solo riferendomi all'ideologia della Meloni, ma anche al suo uso di questa ideologia come parte di un ceto politico e istituzionale in genere che si arroga il diritto, esercita la facoltà di governare la vita altrui. Queste frasi altisonanti possono anche portarle un successo ma sono comunque una moneta falsa".

Ma non c'è solo lui a parlare, oggi, perché dall'ex brigatista Francesco Piccioni sono giunte parole altrettanto vergognose a commento della lettera di Giorgia Meloni, segno evidente che quei movimenti, e quel periodo storico dal quale una certa sinistra non riesce a dissociarsi, sono ancora vivi.

"Quello è un classico episodio di un'azione mal organizzata, mal pensata che produsse un disastro, ma non è una manifestazione d'odio particolare, doveva essere un'azione poco più che dimostrativa, ma come in tutte le cose, quando si gioca col fuoco si rischia sempre di fare casino. Da quel punto di vista è più un incidente che una manifestazione d'odio, dunque quella della Meloni è propaganda", ha dichiarato Piccioni all'Adkronos.

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