"Notte dei manganelli". L'affronto della Cgil al governo

Il sindacato torna ad attaccare il governo e il Viminale: "Rieducazione civica servirebbe a Piantedosi". Nessuna parola invece sullo scarso senso civico di certi manifestanti

"Notte dei manganelli". L'affronto della Cgil al governo
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Altro che manganelli. A picchiare duro con le mistificazioni e le accuse gratuite è stata piuttosto la Cgil. Su Collettiva, la propria piattaforma informativa online, il sindacato rosso si è scagliato nelle scorse ore contro il governo agitando lo spauracchio della democrazia a rischio. Ovviamente, tutto molto soggettivo: secondo l'allarmantissima denuncia della sigla sindacale, infatti, il pericolo non riguarda i manifestanti che disobbediscono alla polizia ma il fatto che gli agenti intervengano per garantire l'ordine pubblico. "Rieducazione civica è quella che servirebbe al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e al resto del governo dopo le violente cariche della Polizia alle manifestazioni pacifiste degli studenti a Firenze e Pisa venerdì scorso", ha così detto lo speaker Giorgio Sbordoni nel podcast pubblicato proprio su Collettiva.

Secondo la piattaforma informativa della Cgil, l'esecutivo e il capo del Viminale andrebbero insomma "rieducati" al senso civico. A nostro avviso, tuttavia, una simile istruzione andrebbe piuttosto riservata ai dimostranti che nelle ultime settimane hanno scandito slogan violenti in piazza, bruciato le immagini di Meloni e Salvini o addirittura assaltato una volante della polizia per liberare un compagno. Ma, chissà perché, nel podcast di Collettiva le gesta di quei "bravi ragazzi" non sono state stigmatizzate. Diversamente, la ricostruzione della realtà è stata a senso unico. Con un'operazione altrettanto discutibile e fuorviante, peraltro, l'operato delle forze dell'ordine è stato subordinato a una presunta volontà politica di fondo, ipotesi che offende i tutori della sicurezza pubblica e l'indipendenza del loro agire.

"Menomale che c'è Mattarella, è già stato detto? Chissenefrega lo ridico anche io, anzi lo grido a squarciagola affinché l'eco non si disperda nella buia notte dei lunghi manganelli. E che venga messo a verbale, vostro onore", ha affermato nel podcast il direttore di Collettiva, Stefano Milani. E ancora: "Pensate solo se il premierato fosse già legge dello Stato. Come inquilino al Colle avremmo un Frankenstein junior, metà uomo e metà Salvini, che dopo le immagini di Pisa si sarebbe indignato: ma perché non c’è scappato il morto? E avrebbe messo subito mano alla Costituzione, aggiornando l’articolo 17. 'I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Le forze dell’ordine hanno il dovere di caricarli senza preavviso e con ghigno spavaldo'...". Un minestrone senza senso.

"Il governo tutto chiacchiere e distintivo assesta un altro colpo alle fondamenta della democrazia.

Studenti, ambientalisti, pacifisti siete avvertiti: o sfilate col trattore o per voi Miss Italia finisce qui", hanno punzecchiato di nuovo quelli della piattaforma news della Cgil. Ma la storia della democrazia in pericolo è (per fortuna) un'invenzione. Solo chiacchiere e propaganda.

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