Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, sull'invio di nuove armi a Kiev, Forza Italia e Lega non sembrano condividere la determinazione della premier Meloni e di FdI: la maggioranza non è compatta?
«È compatta e allineata a Europa e Alleanza atlantica. Come Fi siamo sempre stati coerenti in questo, come sottosegretario alla Difesa ero in aula in Senato e alla Camera, per far approvare il dl Ucraina che ha permesso l'emanazione del sesto decreto di aiuti al popolo ucraino».
Le ultime critiche di Berlusconi a Zelensky, la replica del presidente ucraino e quella di Mosca alimentano, però, l'idea che tra gli alleati ci siano posizioni diverse almeno sulle cause della guerra.
«Non ci sono posizioni diverse sulle cause della guerra che vedono uno stato aggredito, l'Ucraina, e un aggressore, la Russia. Non ci possono essere divergenze su un'oggettiva violazione dell'art 51 della carta delle Nazioni unite e della sovranità di uno Stato. Tutti siamo fermamente convinti di volere presto una tregua e una pace duratura».
Un sondaggio dell'European Council on Foreign Relations dice che l'opinione pubblica italiana è più tiepida che nel resto dell'Occidente sul sostegno a Kiev, meno antirussa e più favorevole alla pace prima possibile. Come lo interpreta?
«Sul fatto che sia favorevole alla pace prima possibile penso sia normale, il sentimento che deve appartenere a tutta la comunità internazionale, per il resto manterrei il focus sul supportare uno stato aggredito a prescindere. Il conflitto, che domani compie un anno, deve raggiungere una de escalation tendente alla pace. Al tavolo di pace si devono ascoltare tutte le voci, ma senza che parlino ancora le armi». In realtà, si teme un'escalation e una possibile nuova invasione.
Per gli ucraini Mosca vuole provocare una crisi politica in Moldavia, per i russi Kiev prepara una provocazione armata contro la Transnistria.
«Per questo bisogna evitare la distruzione di uno Stato come l'Ucraina, che se si dovesse arrendere non sarebbe più sovrano. Va supportato come comunità internazionale ed è questo che stanno facendo i circa 40 donors (i Paesi che sostengono militarmente e non solo, l'Ucraina, ndr) con l'Italia che sta giocando un ruolo da protagonista».
La guerra in Ucraina può durare un altro anno, per il ministro della Difesa britannico Ben Wallace. Condivide?
«Non voglio condividere perché ho la speranza che non sia così. Sono stato due volte in Ucraina, ho visto con i miei occhi la devastazione straziante, la distruzione. Tutto questo non ha senso, ogni giorno di guerra in più significa vite in meno».
Il mondo spera che Pechino faccia pressioni su Putin perché fermi la guerra ma per il segretario generale della Nato Stoltenberg la Cina intende supportare la Russia.
«Spero che tutti facciano la loro parte solo per un obiettivo finale, comune e duraturo, quello della pace. Solo in questo modo si può dialogare, costruire e soprattutto ricostruire quello che si è distrutto».
Quanto è concreta la minaccia di Putin del cosiddetto uso tattico delle armi nucleari?
«La minaccia esiste nel momento in cui uno stato possiede quegli assetti, Putin ha detto più volte che non userà mai per primo quel tipo di armi.
L'uso di un'arma nucleare non lo chiamerei tattico come quello di un mitra perché ha effetti sul mondo circostante non su un singolo combattente, l'uso è politico e strategico se si vuole cambiare il mondo e tornare alla preistoria. Non posso e non voglio dare concretezza a quelle ipotesi. Il futuro non può essere e non sarà così».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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