“La papessa è troppo vaga”. Pure Concita De Gregorio molla la Schlein

"Vorrei vedere il mondo con i suoi occhi", diceva la giornalista fino a poco tempo fa. Ora la pesante bocciatura

“La papessa è troppo vaga”. Pure Concita De Gregorio molla la Schlein
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“Vorrei vedere il mondo con i suoi occhi, l’Italia sarebbe meravigliosa se fosse popolata da persone come lei”. Così, nel febbraio del 2020, Concita De Gregorio parlava di Elly Schlein. Parole al miele, una sviolinata d’autore nei confronti della nuova icona del mondo radical chic, l’emblema della sinistra tutta diritti arcobaleno e zero lavoro. Più che un endorsement, un’agiografia. Ma il tempo cambia le persone, trasforma tutto, una serenata d’amore può trasformarsi in una pesante bocciatura. E questo è il caso.

Concita scarica la Schlein

“Le faide della Papessa, è il titolo dell’editoriale firmato da Concita De Gregorio sull’edizione della Stampa di giovedì. Un’analisi netta e perentoria sulla situazione in casa Partito Democratico, alle prese con l’ennesima fase tormentata. In particolare, la giornalista si è soffermata sullo scontro finale tra la Schlein e la famiglia De Luca: dal no al terzo mandato del governatore campano all’epurazione del figlio Piero, declassato senza troppi scrupoli. Una guerra che potrebbe costare parecchio alla segretaria dem, fino ad arrivare all’ennesima dolorosa scissione.

“La famosa e tanto evocata papessa straniera: non era difatti, fino a poco fa, neppure iscritta al partito di cui si tratta e che ora sorprendentemente guida”, i termini scelti dalla De Gregorio nel presentare la Schlein e nel ripercorrere i suoi primi tempi da leader dem. Il grande entusiasmo iniziale, il successo nei sondaggi, il primo mese di impennata di nuove iscrizioni, specie donne e giovani. “Tutto secondo algoritmo”, la sottolineatura della giornalista. Ma le criticità sono arrivate subito, a partire dal secondo mese di segreteria.

Si può dire senza timore di essere smentiti che la De Gregorio ha già scaricato Elly, alcune considerazioni sul profilo della politica di Lugano sono a dir poco caustici:“Dal punto di vista del lessico padroneggia una serie di circonlocuzioni in uso appunto nei collettivi, frasi talmente generiche e larghe da contenere tutto e non dire niente”. E ancora: “È quella che al convegno ascolti un’ora riempiendo il taccuino e poi non trovi il titolo”. In altri termini: la Schlein non sa comunicare con gli elettori, blatera tanto ma non si capisce niente. Una stroncatura esiziale.

Senza dimenticare i mugugni dentro casa e le riunioni carbonare, con la poltrona già traballante. E la giornalista ha concluso il suo intervento prospettando tempi difficili: “Il Pd uccide chi prova a governarlo”, la sentenza citando il caso Letta. Buona fortuna, Elly.

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