Pazienti usati come cavie È l'Italia dei «Camici sporchi»

Pazienti usati come cavie È l'Italia dei «Camici sporchi»

BariIl reparto di un ospedale pubblico che sarebbe stato trasformato in una clinica privata, un gruppo di medici che avrebbe avviato sperimentazioni senza avvisare i pazienti: sono solo le ultime accuse emerse dalle indagini che da Nord a Sud scuotono la sanità italiana, il grande malato del Paese già piegato da una difficile situazione finanziaria. A cui si aggiunge, però, una catena di scandali che alimenta dubbi e timori.
Una delle ultime indagini è stata condotta dai carabinieri del Nas, che ieri hanno fatto scattare l'operazione «Camici sporchi». I militari sono entrati in azione a Modena arrestando nove cardiologi (otto sono ai domiciliari): sono tutti professionisti a contratto che hanno lavorato al Policlinico. Le accuse, contestate a vario titolo, sono pesantissime: associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa al Servizio sanitario nazionale, sperimentazioni cliniche senza autorizzazione.
Gli accertamenti sono scattati l'anno scorso dopo una denuncia dell'associazione «Amici del Cuore» su presunte sperimentazioni a Emodinamica: secondo l'accusa i medici avrebbero eseguito i test senza informare i diretti interessati e avrebbero impiantato dispositivi (stent, palloncini medicali per angioplastica) in fase sperimentale in modo da testarne la validità. «I pazienti - spiega il capitano del Nas di Parma, Angelo Balletta - si ritrovavano coinvolti in una sperimentazione clinica senza esserne a conoscenza e senza quindi aver firmato il consenso informato». Ma non è tutto, perché alcuni di questi dispositivi si sarebbero poi rivelati «difettosi - aggiunge l'ufficiale - e senza il marchio Ce».
I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2011. Ma gli accertamenti non sono conclusi. Al contrario, gli investigatori sono ancora impegnati nella ricostruzione della rete di complicità e connivenze che avrebbe alimentato questo ingranaggio sconcertante. Un sistema di cui avrebbero fatto parte - è l'ipotesi del Nas - cardiologi e rappresentanti di ditte fornitrici di attrezzature mediche coinvolti in un giro di corruzione. I carabinieri non tralasciano alcun particolare e tentano di raccogliere ogni tassello utile nella composizione di un mosaico investigativo che potrebbe presto allargarsi. Per il momento gli indagati sono 67; per dodici aziende (di cui sei straniere) che producono attrezzature sanitarie è stato disposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione mentre per sette persone è stata ordinata l'interdizione dall'esercizio di attività e professioni.
Ma la sanità resta nella bufera anche a Sud. A Terlizzi, una trentina di chilometri da Bari, la città dei fiori e del governatore pugliese Nichi Vendola, la guardia di finanza ha arrestato tre oculisti dell'ospedale Sarcone: sono accusati a vario titolo di abuso d'ufficio e falso ideologico. A tutti è stato concesso il beneficio dei domiciliari.
Secondo gli investigatori due di loro, nonostante fossero esterni, avrebbero utilizzato per le operazioni il reparto di oftalmologia dell'ospedale garantendo una corsia preferenziale ai propri pazienti.

Il tutto con la compiacenza del primario che grazie al numero di ricoverati avrebbe evitato che la struttura fosse ridotta a Unità semplice. Gli investigatori hanno esaminato i documenti e hanno accertato oltre un centinaio di interventi tra marzo e luglio scorso nel 2012 per un esborso a carico del Servizio sanitario nazionale di circa 140mila euro.

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