"A Firenze tornano gli anni '70". ​I dem all'attacco, ma sugli anarchici prevale il silenzio

Il Pd insorge contro la rissa avvenuta davanti al liceo Michelangelo di Firenze e che vedrebbe tra i protagonisti sei ragazzi di Azione Studentesca e gli studenti del collettivo Sum

"A Firenze tornano gli anni '70". ​I dem all'attacco, ma sugli anarchici prevale il silenzio

Sono sei i giovani fermati dalla polizia dopo gli scontri di questa mattina avvenuti di fronte al liceo Michelangelo di Firenze. Ad accendere la miccia della discordia, stando ai primi accertamenti della Digos, sarebbe stato un volantino dei ragazzi di Azione Studentesca.

Si tratta di tre maggiorenni (il più grande avrebbe 20 anni) e tre minorenni, estranei alla scuola, appartenenti ad Azione Studentesca. Il gruppo avrebbe avuto un’accesa discussione con due studenti del liceo appartenenti al collettivo Sum (Studenti Uniti Michelangelo). La rissa è stata ripresa da un video che è andato sul web e che mostra un ragazzo presi a calci, mentre una docente del liceo cercava di porre fine alle violenze. I sei giovani potrebbero dover rispondere del reato di lesioni personali, qualora gli aggrediti presentassero una querela. Molto probabilmente, scatterà anche una segnalazione per manifestazione non preavvisata, riguardo al volantinaggio.

Il Pd ha gridato subito all’allarme democratico. "In gruppo davanti a un liceo per picchiare uno studente rannicchiato a terra. Più o meno succedeva in Italia quando cantavano i Beatles. Per anni avevamo sperato che a tornare fossero i fab four. E niente! Sono tornati gli squadristi. Stupidi come allora. Vigliacchi come sempre", ha scritto sui social il deputato Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, rievocando gli anni di piombo. Dello stesso tenore sono state anche le parole di Nicola Zingaretti che, su Instagram, ha scritto:“È di questa violenza neofascista che bisogna preoccuparsi, non dei baci o della libertà degli artisti in televisione. È questa cultura della violenza e dell'odio che va combattuta”.

L’ex governatore del Lazio chiede di individuare subito i responsabili e invita il governo a non diventare complice ma ad essere “il garante del diritto alla libertà di espressione e di pensiero in Italia a cominciare dai luoghi della formazione”. E aggiunge: “Ripeto, la destra al potere non diventi complice di un imbarbarimento della società che riporta indietro le lancette dell'orologio”.



Parole durissime a cui fa seguito il tweet del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: "Condanno fermamente le indegne aggressioni effettuate a Firenze da militanti fascisti. Ogni gesto di violenza, di qualsiasi colore politico sia, va sempre immediatamente condannato". Marco Furfaro, deputato Pd e portavoce nazionale della mozione Schlein, sempre attraverso i social, si rivolge direttamente al governo e scrive: "L'aggressione davanti al liceo Michelangiolo di Firenze è inaudita. Studenti assaliti da militanti fascisti, alcuni dei quali adulti. Qui non stiamo parlando di una vernice lavabile su un muro ma di una violenza fascista: Piantedosi, Salvini e Meloni non hanno nulla da dire?".

L’obiettivo del Pd è chiaro: attribuire la colpa dell’aggressione al governo e al centrodestra, parlando di "aggressione squadrista" e di "ritorno degli anni 70". Eppure, per le minacce di morte inviate dagli anarchici, con proiettili annessi, non c’è stato tanto scalpore da parte del Pd. Poco importa, se è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a essere nel mirino degli anarchici. Evidentemente, a sinistra, qualcuno non ha interesse a gettare acqua sul fuoco ed è più comodo continuare a chiedere le dimissioni del sottosegretario Andrea Delmastro piuttosto che prendere le distanze dall'intera vicenda che riguarda Cospito. Anche sul 41-bis il Pd e la sinistra non parlano all'unisono e questo non è un bene per il nostro Paese. Eppure, le minacce degli anarchici non andrebbero prese troppo sotto gamba, dato che un manager della 'Iveco Defence Vehicles, che produce anche veicoli per la difesa, si è visto recapitare un messaggio in cui veniva presa di mira anche la sua famiglia.

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