Il Pd non resiste: vuole ripescare l'Imu

Il governo cerca 5 miliardi. E i democrat presentano un emendamento al decreto: sopra i 750 euro si paga la tassa

Il Pd non resiste: vuole ripescare l'Imu

Roma - Una manovra da 5 miliardi quest'anno per portare il deficit sotto il 3% (ancora in forse la cancellazione della seconda rata dell'Imu). Una manovra da 8/10 miliardi contenuta nella legge di Stabilità per il 2014. Queste sono le mission impossible emerse dal dibattito parlamentare sulla fiducia dell'altro giorno. Anche perché il presidente del Consiglio ha detto che gli interventi non aumenteranno il prelievo fiscale; tant'è che ha assicurato per il prossimo anno una diminuzione della pressione fiscale. Ma scoppia subito la grana-Imu. Torna l'Imu? Il Pd ha presentato in commissione Bilancio un emendamento al decreto che ha cancellato la prima rata dell'Imu. L'emendamento prevede il ritorno della patrimoniale, ma solo per gli immobili con una rendita catastale superiore ai 750 euro (circa il 20% del totale). Con le risorse così recuperate (1,2 miliardi) verrebbe cancellato l'aumento di un punto d'Iva già scattato.

Manovra 2013. L'ammontare della manovra 2013 viene dal vice ministro all'Economia, Stefano Fassina. «Ci sono interventi previsti entro la fine dell'anno - spiega - che valgono 5 miliardi. Per quanto riguarda l'Imu c'è una discussione in corso e va fatta all'interno del governo». I 5 miliardi a cui fa cenno il vice ministro sono necessari per garantire il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, delle missioni militari all'estero (nel complesso 700-900 milioni) e la parte restante servirebbe per far rientrare il deficit sotto il tetto del 3%. Sulla carta, basterebbe 1,6 miliardi. In realtà, il Fondo monetario dice che ne servono almeno 3 (per l'Fmi il deficit italiano non è al 3,1, come dice il governo, ma al 3,2% del Pil): quindi sarebbero necessari 3,2 miliardi, se non di più visto l'andamento del fabbisogno. Ne consegue che dai calcoli di Fassina resterebbe fuori la seconda rata dell'Imu. Cioè, dovrebbe scattare: visto che la sua cancellazione vale 2,8 miliardi di euro. E Fassino, come presidente dell'Anci, spinge affinché la seconda rata scatti a dicembre, così da non far mancare risorse ai Comuni. Per recuperare 5 miliardi in tre mesi il governo avrebbe pronto il vecchio decreto che sarebbe dovuto servire per «coprire» il mancato blocco dell'aumento dell'Iva. Quel provvedimento prevedeva aumenti fiscali sulla benzina (2 centesimi fino a febbraio e 2,5 centesimi da febbraio in avanti), la crescita al 103% dell'acconto Irap ed Ires ed il rincaro delle sigarette. Non sarebbero sufficienti i 3 miliardi di gettito previsto e si sta pensando di bloccare alcune spese e rinviarle al prossimo anno. E l'aumento dell'Iva farà aumentare l'inflazione dello 0,4%, prevede la Confcommercio.

Manovra 2014. Ammonterà ad 8-10 miliardi e dovrà contenere anche il finanziamento del taglio del cuneo fiscale di almeno 5 miliardi: questi l'input che da giorni Palazzo Chigi trasferisce al ministero dell'Economia; e rafforzati dopo le dichiarazioni di Letta dell'altro giorno. Questi interventi saranno aggiuntivi a quelli attesi entro la fine di quest'anno, in quanto si poggeranno su un quadro di finanza pubblica corretto con le misure di Fassina. Secondo Enrico Letta la Legge di Stabilità dovrà ridurre il prelievo fiscale nelle buste paga. Il problema è che nei giorni scorsi all'Economia avevano previsto che per finanziare la misura dovevano aumentate le aliquote Iva più basse.


Ed il sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda, immagina che qualcuno nel governo stia pensando ad un aumento dei ticket. «Stiamo lavorando per impedirlo. Al massimo, potranno subire piccoli adeguamenti in attesa della revisione complessiva».

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