Il Pdl è gelido su Monti Riforme: pronti a trattare

Gli ex azzurri scettici su Monti. Ma Berlusconi accetta di sedersi al tavolo delle riforme: via libera al testo sulla legge elettorale

Il Pdl è gelido su Monti Riforme: pronti a trattare

Roma - Quali saranno gli effetti reali lo si potrà iniziare a supporre solo dopo i risultati delle amministrative. Ma il segno di quanta acqua sia passata sotto i ponti in questi cinque mesi di governo Monti sta tutto nella lunga chiacchierata di due giorni in un bar di Monza fa tra Berlusconi e una trentina di sostenitori. Appena il Cavaliere finisce di pronunciare le frasi «appoggio esterno all’esecutivo» e «uscire dalla maggioranza» non c’è nessuno dei dirigenti presenti, che siano ex An o ex Forza Italia, a fare una piega. Perché - questo è il ragionamento - il governo dei tecnici ci sta «lentamente uccidendo».

erlusconi, magari, la tentazione di pronunciare le frasi «incriminate» a favore di telecamera ce l’ha anche, ma sa bene che - alla vigilia di una tornata amministrativa che rischia di essere da profondo rosso nonostante l’ultima rilevazione di Alessandra Ghisleri registri un Pdl in leggera risalita al 25,1% - non è certo quello il momento. Eppoi, aggiunge, «è una decisione che dovrebbe prima essere presa dall’ufficio di presidenza del partito». Perché se è vero che il Pdl non ha alcuna delegazione governativa da ritirare, è chiarissimo il concetto che l’ex premier attribuisce alle parole «appoggio esterno»: uscire dalla «strana» maggioranza Pdl-Pd-Udc, archiviare i vertici Alfano-Bersani-Casini e far pesare i propri voti in Parlamento provvedimento per provvedimento. L’anticamera di quella che nella testa di molti dirigenti di via dell’Umiltà sarebbe un vero e proprio «passaggio all’opposizione». Già, perché a quel punto potrebbe esserci una «transumanza» di pezzi del Pdl (la pattuglia di Beppe Pisanu al Senato, per esempio) verso il Terzo polo e, chissà, magari il governo riuscirebbe a conservare i numeri. «E noi - ragiona qualcuno a via dell’Umiltà - avremmo già dato una bella ripulita in vista delle liste elettorali del 2013 visto che è chiaro che chi va via di certo non sarà ricandidato».

Nel Pdl, insomma, la fibrillazione è palpabile. E non tanto per i risultati delle amministrative dove si rischia di perdere perfino una città simbolo come Palermo, quanto perché ormai da tempo a invitare il Cavaliere a prendere le distanze da Monti non sono più i soliti falchi che arrivano quasi tutti dalle file degli ex An ma anche dirigenti che vengono da Forza Italia. D’altra parte non è un caso se gente come Fabrizio Cicchitto, Raffaele Fitto o Maurizio Lupi - che hanno sempre invitato a sostenere «responsabilmente» Monti - sono oggi «fortemente scettici» (per usare un eufemismo). Ieri, per capirci, c’era solo Franco Frattini a dire che il Pdl «non può minacciare la crisi». Il problema, spiega una che «falco» lo è da sempre come Daniela Santanchè, è che «dopo cinque mesi di governo l’impressione è sempre più quella che ci sia un disegno Napolitano-Monti-Casini per fagocitare il Pdl fino a prosciugarlo del suo elettorato», magari nella speranza che finisca al Terzo polo.
Il Cavaliere, intanto, ha dato il via libera a Gaetano Quagliariello per firmare il 9 maggio un primo schema di bozza di legge elettorale con Pd e Terzo polo (modello tedesco-spagnolo con sbarramento al 5%).

Il Pdl, insomma, si siederà al tavolo nonostante le perplessità di chi, come Denis Verdini, non è per nulla convinto del mancato meccanismo bipolare. Sulla riforma ci sono infatti posizioni diverse a via dell’Umiltà, perché non ha tutti torti Quagliariello quando dice che con l’attuale sistema e il divario di oltre 10 punti che c’è tra la coalizione Pd-Sel-Idv da una parte e Pdl-Lega dall’altra non si andrebbe comunque da nessuna parte.

Ma, forse, quel che davvero pesa sulla riforma elettorale è che il modello frutto di un lungo compromesso permetterebbe a Casini di fare all in. E giocare sia sul tavolo del centrosinistra che su quello del centrodestra. E questa è una cosa che al Cavaliere proprio non va giù.

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