Sia detto senza offendere né l'una né l'altro. Ma la sinistra dev'essere disperata se arriva a censurare Povia.
È vero: forse è esagerato definire Povia «cantante». Ma anche «democratico» il Partito di Elly Schlein.
Comunque, alle porte di Torino, città che ha sempre preposto i diritti degli Agnelli a quelli degli operai, nel Comune di Nichelino il sindaco del Pd tipo simpatico, che ha priorità differenti dalle nostre ma non è molesto -, dopo aver firmato il contratto con Povia per un concerto alla festa patronale, ha annullato tutto perché si è accorto che le posizioni dell'artista su omosessualità, aborto e vaccini sono «inaccettabili».
I fascisti, naturalmente, sono sempre gli altri.
La conoscenza dell'articolo 21 della Costituzione è come l'intelligenza di certi sindaci. Accessoria.
Domanda: ma perché nei concerti devo sorbirmi i pipponi di Elodie sul patriarcato, le menate di Piero Pelù sul Ponte di Messina, gli inni allo stupro dei rapper e gli insulti di Fedez ai Carabinieri ma non posso sentire Luca era gay dal vivo?
Il Pd ha questo di bello: accetta che chiunque abbia le sue idee («sue» intese del Partito).
E quanto a Povia. Personalmente non siamo d'accordo con quello che dice nelle sue canzoni ma - volterianamente - daremmo la vita perché possa cantarle.
E magari anche diventare direttore artistico di Sanremo. Tiè!
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