"Politico pragmatico e capace". Il Guardian elogia Giorgia Meloni

Parole al miele per il presidente del Consiglio, diventato rapidamente il leader politico "più in voga in Europa"

"Politico pragmatico e capace". Il Guardian elogia Giorgia Meloni
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Da leader di un piccolo partito di destra a politico più in voga in Europa, un cammino lungo e tortuoso ma reso possibile da pragmatismo e talento. Alexander Stille del Guardian ha speso parole importanti per Giorgia Meloni nel ricostruire la carriera del presidente del Consiglio, un elogio capace di mettere la parola fine alla solita propaganda della sinistra, del resto già smentita con la nomina di Raffaele Fitto in un ruolo apicale della Commissione europea.

La Meloni è un "politico pragmatico e capace", che in due anni "ha sorpreso molte persone", si legge nel lungo ritratto firmato da Stille. Il giornalista del Guardian è partito dal recente G7 in Puglia, sottolineando "sicurezza di sé di una stella politica emergente che, dopo l'ottimo risultato alle elezioni europee solo pochi giorni prima, era il leader politico più in voga in Europa". Il giornale ha rimarcato che il premier ha lavorato duramente per ottenere la “rispettabilità” sfuggita invece ad altri leader di destra, basti pensare a Marine Le Pen del Rassemblement National, basti pensare alla visita alla Casa Bianca da Joe Biden o l’ottimo rapporto instaurato con i partiti centristi all'interno dell'Ue.

Un percorso ancora più sorprendente “date le origini apertamente neofasciste della sua carriera”. Il riferimento è alla campagna – apertamente denigratoria – da parte della sinistra. Non a caso viene citato un articolo scritto sullo stesso quotidiano da Roberto Saviano: poco prima dell’arrivo a Palazzo Chigi, lo scrittore definì la Meloni "un pericolo per l'Italia e il resto d'Europa". Ora, invece, la leader di Fratelli d’Italia “ha sorpreso molte persone per il suo pragmatismo politico e la sua scaltrezza”. I meriti citati dal Guardian sono parecchi: “A capo di un partito tradizionalmente ostile all'Unione Europea, Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere finanziamenti Ue per la sua agenda interna. È emersa come una delle sostenitrici più affidabili dell'Ucraina, cosa sorprendente dati i sentimenti tradizionalmente pro-Putin nella destra europea, e ha convinto il suo 'connazionale ideologico’, l'ungherese Viktor Orbán, ad approvare finalmente gli aiuti militari dell'Ue all'Ucraina”. E, ancora, la Meloni ha centrato l’obiettivo di spostare l'Ue verso la sua posizione sull'immigrazione, espandendo notevolmente un programma per pagare i paesi nordafricani per fermare il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo.

“Con la sua credibilità guadagnata a fatica, Meloni è riuscita a uscire dalla cella neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla”, il plauso del giornale, che ha ricordato il passaggio di FdI dal 2 al 26 per cento nel giro di pochi anni. Un successo sicuramente non legato all’estrema destra o alla promessa di un’avventura autoritaria. La dimostrazione plastica è in Europa, dove ha evitato accordi con i tedeschi di FdI o con la Le Pen, lasciando “che la Lega di Matteo Salvini la superasse a destra, usando un linguaggio xenofobo e razzista molto più crudo di Fratelli d'Italia”. Una mossa vincente secondo il Guardian, considerando che gli elettori moderati del Carroccio oggi votano il premier.

L’ennesimo attestato di stima nei confronti della Meloni certifica il fallimento della campagna oltraggiosa portata avanti dalla sinistra, povera di idee e capace esclusivamente di

rifugiarsi nell’allarme fascismo. I governi stranieri, così come la stampa, non si sono fossilizzati sui pregiudizi e sulle fake news, spendendo apprezzamenti per una leader che ha fatto guadagnare credibilità all'Italia.

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