L'obiettivo è l'aggressione al debito pubblico. Lo strumento, come ha annunciato ieri il premier Enrico Letta, "un piano di dismissioni". Una scelta "necessaria e lungimirante", come ha commentato oggi il vice ministro dell'Economia, Stefano Fassina. Ma da ponderare con attenzione, possibilmente escludendo le quote delle controllate.
Fassina ha ribadito oggi la posizione del Partito Democratico, che rimane contraria a cedere parti di Eni, Enel e Finmeccanica, ma anche delle principali controllate dello Stato. Una posizione destina a creare scompiglio, soprattutto in virtù del fatto che l'ipotesi di una cessione delle aziende è contemplata dal programma di Matteo Renzi, che nel capitale vendibile include proprio Eni ed Enel.
Al contrasto tra le idee espresse da Fassina e Renzi, si
aggiunge anche quello con il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. Dal G20, ha sottolineato che "la possibilità di vendere alcune quote di Enel, Eni e Finmeccanica" è stata presa in considerazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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