Matteo Renzi e Pietro Grasso se le danno di santa ragione. Oggetto del contendere è il bonus Irpef di 80 euro. Dopo che i tecnici del Senato hanno rilevato come non ci siano le coperture per questa misura, il premier ha tuonato: "Hanno detto il falso”. La risposta del presidente del Senato non si è fatta attendere: "Non posso accettare che si metta in discussione la serietà, l’autonomia e l’indipendenza degli uffici. Ricordo che il Senato è una istituzione che merita rispetto e non un carrozzone come definito da qualcuno. L’ufficio fornisce analisi sulla base dei dati che accompagnano i procedimenti legislativi. Se i dati sono corretti, sulle analisi poi si può concordare o meno, ma senza retropensieri di vendetta”. E ancora: "Io sono garante dell’autonomia e dell’indipendenza delle valutazioni dei senatori che non possono essere considerate in parte valide ed in parte straccia. Io sono per le riforme, sono per la crescita, per lo sviluppo, i risparmi, la razionalizzazione e l’efficienza della pubblica amministrazione. Sono per tutto ciò che il governo vuole realizzare, ma non posso sentire accusare di falsità i miei tecnici“.
Ma il presidente del Consiglio tira dritto e a “La telefonata di Belpietro” ha rincarato la dose: "Vorrei che mi dimostrassero se è vero che l’evasione porterà 300 milioni di euro come abbiamo scritto, se è vero che abbiamo venduto, abbiamo iniziato a vendere le auto blu e abbiamo iniziato a ridurre i costi delle province.
Abbiamo fatto pagare alle banche gli 80 euro, io quando faccio gli annunci li rispetto sempre. E gli altri? Per esempio abbiamo detto che se mettiamo un tetto agli stipendi dei manager di 240mila euro dovrebbero farlo anche al Senato. Hanno risposto? A me no”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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