Rischiamo la rata Imu per colpa di un burocrate che non firma un atto

Dismissioni, 525 milioni fermi per le bizze di un dirigente del Tesoro L'obiettivo del 3% si allontana e resta l'incognita della tassa sulla casa

Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni

Al momento, il deficit italiano di quest'anno supera il 3% del Pil. E non solo perché c'è incertezza per il pagamento della seconda rata dell'Imu sull'abitazione principale. Ma anche perché un burocrate del ministero dell'Economia si rifiuta di mettere una firma; ed anche perché non è entrato nemmeno un euro della sanatoria prevista per i gestori delle slot machine.
In altri termini, all'appello mancano ancora - ad essere benevoli - quasi un miliardo di euro; senza tenere conto dei 2,2 miliardi della rata Imu.
La firma in questione è quella che deve autorizzare l'operazione di acquisto degli immobili pubblici da parte della Fintecna, società del pianeta Cassa depositi e prestiti. Secondo il decreto legge sulla manovrina, l'operazione dovrebbe garantire quest'anno all'Erario 525 milioni: un terzo dell'ammontare della manovrina. Un decreto sfortunato. Approvato dal Consiglio dei ministri alla vigilia della partecipazione del ministro Saccomanni per l'assemblea del Fondo monetario e dell'Ecofin. E rimasto nei cassetti di Palazzo Chigi e Quirinale fino al giorno del varo della legge di Stabilità. E pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Il decreto, nella sostanza, recupera 1,6 miliardi così da consentire ai conti pubblici di fermare il deficit al 3% quest'anno. E li recupera con le dismissioni immobiliari per 525 milioni e con tagli alle spese volontarie dei ministeri per la parte restante.
Ma a bloccare il provvedimento è proprio la mancata firma del burocrate. Dovrebbe firmare soltanto un atto amministrativo. Ma sostiene di non essere sufficientemente tutelato dalle norme in vigore, nonostante ci sia già una legge del 2005 che lo autorizza. È per queste ragioni che alla Camera (che ha in discussione il provvedimento) nei giorni scorsi s'è innescato una specie di «giallo»: un'agenzia parlamentare (Public Policy) ha scoperto che i 525 milioni figurano nella relazione tecnica del provvedimento, ma non nell'articolato.
Sulle prime sembrava una svista del legislatore. In realtà, non serve una norma per fare l'operazione di dismissioni immobiliari: la norma già esiste. Basterebbe una firma. Che, al momento, non è arrivata. Fino all'ultimo il burocrate avrebbe chiesto e preteso un emendamento al decreto che lo obbligasse alla firma. Ma l'emendamento non è arrivato in commissione Bilancio di Montecitorio. Il governo può sempre presentarlo durante la discussione in aula. Bisogna vedere chi vince il braccio di ferro: Saccomanni, che vuole la firma, od il suo strettissimo collaboratore, che vuole l'emendamento.
Altra storia è quella della sanatoria sulle slot machine. Il governo, per cancellare la prima rata dell'Imu, aveva previsto un gettito di 600 milioni. I gestori si sono opposti. Ed ora il Fisco si attende da loro 235 milioni. Di questi, però, non è entrato nemmeno un euro nelle casse dello Stato.
Anche perché la cifra di 235 milioni è un valore ricavato non dalla cifra pattuita fra gestori ed Erario; bensì, dell'ammontare dei versamenti verificati tra i gestori che si sono detti disponibili ad affrontare un confronto.
Con il risultato che se la seconda rata Imu è «scoperta» per 2,2 miliardi; la cancellazione della prima lo è per quasi 400 milioni.
Forse è a questi intralci a cui faceva riferimento il commissario europeo Olli Rehn quando avvertiva il governo: il 3% di deficit può essere raggiunto solo attraverso la piena attuazione delle misure previste.


di Fabrizio Ravoni

Roma


In miliardi di euro, la portata della «manovrina». Di questi, 525 milioni verrebbero dalle dismissioni di immobili


In milioni di

euro, la cifra che il Fisco si aspetta di incassare dalla sanatoria per i gestori delle slot machine


In miliardi di euro, il gettito previsto dalla seconda rata Imu in scadenza a dicembre. Manca la copertura per eliminarla

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica