Rissa fra democratici sull'Imu Pronta un'altra stangata Iva

La linea dura Pdl spacca il Pd, diviso sul ripristino della prima rata e sulla seconda Il ministero dell'Economia vuol ritoccare l'aliquota pure sui generi di largo consumo

Rissa fra democratici sull'Imu Pronta un'altra stangata Iva

Sui conti pubblici s'abbatte il paradosso delle larghe intese. Avviene così che un presidente di commissione del Pd (Francesco Boccia, Bilancio Camera) critichi apertamente la proposta del capogruppo del Pd della «sua» commissione, Maino Marchi, che vuole ripristinare la prima rata dell'Imu sulla prima casa: ma solo per il 20% dei contribuenti. Mentre sembra sempre più certo il pagamento della seconda rata dell'Imu a dicembre: all'Economia hanno calcolato già il gettito nel cosiddetto «tendenziale di finanza pubblica». Se venisse cancellata, per restare sotto il 3% di deficit quest'anno, il governo dovrà recuperare più dei 5 miliardi annunciati, entro la fine del 2013.

Avviene anche che un altro parlamentare del Pd, Stefano Esposito, contesti la scelta del governo (presieduto dall'ex vice segretario del Pd) perché, sempre la commissione di Boccia, ha respinto per mancanza di copertura l'emendamento che prevedeva la tutela alle imprese impegnate nella realizzazione della Tav di Chiomonte, in Val di Susa. Era inevitabile. L'emendamento era stato presentato al decreto legge sul femminicidio: violenza sulle donne ed alta velocità ferroviaria, due temi non proprio strettamente collegati.

Avviene pure che il governo nomini un nuovo commissario per la spending review nella persona di Carlo Cottarelli, alto funzionario del Fondo monetario internazionale. A lui sarà affidata l'opera di riduzione delle spese. Con un particolare. Da Washington annunciano che lascerà l'incarico il 22 ottobre. Vale a dire, una settimana dopo la presentazione - a termine di legge - della legge di Stabilità. Ne consegue che la sua opera non potrà far parte della prossima legge di Bilancio. Eppure, proprio alla spending review (che non sarà operativa per il 15 ottobre: Cottarelli potrà lavorare per il governo a partire dal 23 ottobre), Saccomanni affida il ruolo di strumento per «ridurre il carico fiscale» su stipendi e salari. Ed oggi - ricorda l'Istat - il peso fiscale sulle buste paga (il cosiddetto cuneo fiscale) assorbe il 46% del costo del lavoro.

I paradossi potrebbero continuare. Come quello, per esempio, che coinvolge Guglielmo Epifani. L'attuale segretario del Pd sembra aver dimenticato le battaglie che ha condotto quand'era segretario della Cgil, soprattutto per evitare rialzi inflazionistici: tassa occulta che colpisce soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. Ora, da leader di partito sembra supportare l'orientamento del governo a rivedere i panieri di prodotti a cui applicare le aliquote Iva. «In vista del 2014 converrà lavorare - dice - a rivedere un po' tutte le voci che compongono i diversi scaglioni». E con un po' di ottimismo, è convinto che si potrà «abbassare l'aliquota che oggi si paga su alcuni prodotti». Dimentica di dire che, inevitabilmente, dovrà essere aumentata l'aliquota applicata su altri prodotti. Ed all'Economia è già pronto uno studio per portare dal 4 al 6-8 per cento l'aliquota più bassa. Viene applicata sui generi di largo consumo: pane, latte, verdura, quotidiani, libri scolastici. Risultato: con un'operazione del genere, l'aumento l'inflazione è scontato.

Epifani, poi, si rende protagonista di un ulteriore paradosso politico delle larghe intese. Il 75% degli italiani è proprietario di casa. Ma il 75% degli italiani non ha votato Pdl.

Eppure, mentre il segretario del Pd è prodigo di dettagli tecnici sull'Iva, per quanto riguarda il pagamento della seconda rata dell'Imu, Epifani è cauto: «Deciderà il governo». Come se al governo non ci fosse anche il Pd.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica