Si è inginocchiato e si è fatto il segno della croce davanti alla Foiba di Basovizza, sul carso triestino, mentre due carabinieri in alta uniforme reggevano una corona di fiori. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commemorato, giovedì mattina, le vittime delle foibe alla vigilia del Giorno del Ricordo, un fuori programma completato con la visita al vicino museo. “Qui ci sono morti innocenti – ha detto la seconda carica dello Stato – persone uccise per motivi di ideologia o più semplicemente perché erano italiani. Questa è la vera causa che scatenò l'odio titino, l'odio dei comunisti che avevano, per carità, vinto la guerra; avevano motivi di revanscismo e scatenarono qui un odio bestiale”.
Ipotesi di una commissione d’inchiesta per fare luce
La Russa ha continuato: “L’evento oggi viene ricordato per quello che fu non solo da noi ma anche dai Paesi che oggi sono vicini all'Italia. Ricordano come qualcosa che non deve mai più ripetersi quell'odio che c'è stato tra i popoli e l'odio che c'è stato nei confronti degli italiani”. Il presidente del Senato si è soffermato su un aspetto in particolare: “la memoria condivisa”, un percorso in stato avanzato ma da completare sulla vicenda delle foibe. Sulla possibilità di istituire una commissione d’inchiesta che indaghi sui silenzi che ci sono stati in merito alle foibe, La Russa è stato chiaro. “Farò valutare – ha spiegato – non decide il presidente ma dipende dai parlamentari e non credo ci siano molti dubbi su quale sia stata la causa dei lunghi silenzi né il momento in cui questi silenzi siano stati interrotti”. La richiesta di un organismo di verifica è stata avanzata dalla Lega nazionale, che si batte per il sostegno e la diffusione della cultura e della lingua italiana nelle terre storicamente contese del nord est d'Italia.
"Giornata del ricordo", iniziativa voluta a larga maggiornaza
“Ho l'orgoglio profondo di essere stato capogruppo di Alleanza Nazionale – ha dichiarato La Russa – quando aiutai Roberto Menia, che aveva sottoscritto la proposta di legge con cui venne istituita la Giornata del Ricordo, e lavorai affinché quella legge passasse praticamente all'unanimità, votarono contro solo in dodici. Ho l'orgoglio di averla fatta diventare un'occasione largamente condivisa, e conservo quel ricordo come un motivo di soddisfazione personale e di crescita dell'intera comunità nazionale”.
L'opportunità di ritirare l'onorificenza riconosciuta a Tito
Il presidente del Senato ha parlato anche dei rapporti istituzionali tra Italia e Croazia. “Oggi – ha affermato – sia il presidente Mattarella che il presidente croato, sia i nostri popoli amici, hanno ben chiaro ciò che significarono le foibe e l'esodo dalla Dalmazia, da Fiume. Questo è un segno di crescita, di amicizia rinnovata tra noi e la Croazia”.
La Russa si è espresso anche sull'opportunità di ritirare l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana al maresciallo Tito, concessa nel 1969 dall'allora presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.“Non dipende da me – ha concluso –. Se dipendesse da me, l'avremmo già fatto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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