É il «Big Bambù» il simbolo del nuovo corso Sarli. La sorprendente opera creata per il museo Macro di Roma dagli artisti americani Mike e Doug Star, metà scultura e metà architettura, accoglierà i 500 ospiti della sfilata di abiti ispirati alle architetture contemporanee, con la quale la griffe aprirà la sera di venerdì 5 luglio la manifestazione di Alta Roma.
L'organismo vivente in continua trasformazione, intreccio fittissimo di migliaia di aste di bambù, rappresenta il continuo cambiamento della moda Sarli, flessibile ed adattabile nella molteplicità delle trame e dei tagli.
A «Big Bambù» si accosterà una grande istallazione di 34 abiti-scultura dell'atelier, appena usciti dalla rassegna ai Musei Capitolini: lì i modelli-scultura erano tra statue classiche, al Macro saranno immersi nell'arte contemporanea.
I saloni dei macelli, i recinti e le vasche dell'ex mattatoio La Pelanda, sintesi di architettura industriale trasformata in spazio dedicato alla cultura, faranno dunque da scenario all'inconsueta passerella di « Temporary Arch-Couture». La collezione di Sarli, infatti, questa volta è un omaggio alle architetture contemporanee.
La scelta del luogo la spiega così Carlo Alberto Terranova, designer ed erede stilistico della maison Sarli : «E'semplicemente la voglia di aprirsi alla città, a tutti i suoi stimoli e alla sua costante evoluzione. Ricordando la Factory di Andy Warol per i giovani artisti d'avanguardia, abbiamo scelto per raccontare il nostro lavoro la suggestione degli ex-macelli, un bell'esempio di restauro di archeologia industriale. A luglio scorso, sul Ponte della Musica, abbiamo introdotto lo spirito del rock sulla passerella della nostra couture. Oggi, la voglia di mischiare generi e stili ci porta in un luogo che è davvero sinonimo di contemporaneità».
La donna Sarli veste abiti che sorprendono, come le architetture contemporanee, per la capacità di nuovi equilibri degli spazi. Cita emozioni che arrivano da Sidney, Bilbao, Pechino, Abu Dhabi, mischia le culture e gli stili, accosta rigore e sperimentazione.
Le linee plastiche e fortemente definite si rincorrono come nelle volute delle forme architettoniche delle più affascinanti nuove metropoli.
Le forme aeree diventano protagoniste nelle giacche di gazaar e broccato in seta, come negli abiti per il giorno di crepe di lana double: coni, pieghe, ellissi rievocano la Sidney Opera House di Jorn Utzon.
Pannelli e tubolari di tessuto in seta rigida e morbida si rincorrono in verticale ed orizzontale come nelle facciate del grattacielo Adia Headquarters ad Abu Dhabi.
Negli abiti da gran sera l'avanguardia architettonica si fonde nei ricami sempre a contrasto, mentre tessere di luce esaltano l'astrattismo geometrico delle linee che ricordano il landscape del Guggenheim Museum di Bilbao.
La sposa, con i suoi intrecci di linee catodiche e convergenti a «nido di uccello»di organza e cristalli swarovski, evoca il capolavoro architettonico di Jacques Herzog e Pierre de Meuron a Pechino.
Anche i colori sono quelli metallici delle materie impiegate nelle grandi opere: il nero, il grigio acciaio, i blu,carta da zucchero e copiativo, il rosso bruno. E infine, il bianco-Sarli.
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