Schlein inaugura il Pd di lotta e di piazza. Ma non tutti gli alleati la seguono

Le opposizioni sono divise ancora su tutto. Ecco chi segue e chi no la Cgil di Maurizio Landini e le mobilitazioni annunciate da Elly Schlein

Schlein inaugura il Pd di lotta e di piazza. Ma non tutti gli alleati la seguono
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Una volta si sarebbe detto Pd di lotta e di governo. Oggi, ai democratici costretti a stare all’opposizione, non resta che la piazza. Nella direzione nazionale del partito, Elly Schlein, conclusa in modo alquanto infelice l’estate militante, annuncia un autunno caldo di mobilitazioni.

Dai ragazzi di "Friday for future" che domani tornano in piazza alla manifestazione della Cgil di sabato, il Pd ci sarà e non farà mancare il proprio sostegno. Ma non solo. “L'11 novembre tutti e tutte insieme scendiamo in piazza, chi sente l'urgenza di costruire una alternativa a questo governo, a questa destra”, ha detto Elly Schlein che, invece, ha annunciato per l’8 ottobre il "Firma day" per il salario minimo insieme alle altre forze d’opposizione che hanno condiviso questa battaglia. Un’opposizione che, però, appare alquanto divisa al suo interno. Da +Europa fanno sapere che l’appoggio alle battaglie dei ragazzi di Fryday for future non mancherà, mentre è escluso che i radicali scenda in piazza accanto alla Cgil. Posizione diametralmente opposta a quella di Giuseppe Conte che già da giorni aveva confermato la sua presenza e che oggi rilancia: "Noi abbiamo già fatto una manifestazione contro il governo lo scorso 17 giugno. Se il Pd l'11 novembre terrà questa manifestazione, se saremo invitati, contro le politiche di questo governo, noi ovviamente ci saremo a dare il nostro sostegno e assicureremo la nostra presenza". Insomma, le forze più radicali del centrosinistra non hanno dubbi sulla necessità di manifestare.

“Domani saremo allo sciopero per il clima con tutti i movimenti ecologisti per dire che non possiamo permetterci altri 4 anni di governo di climafreghisti”, spiega a ilGiornale.it il deputato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, gruppo che parteciperà convintamente anche alla protesta della Cgil. “I salari sono scesi del 7 per cento rispetto a prima della pandemia, perché l'inflazione ha ridotto il potere di acquisto di stipendi che non sono mutati. I contratti dei dipendenti restano a meno 8 punti percentuali rispetto al carovita e centinaia di migliaia di lavoratori attendono rinnovi”, aggiunge Grimaldi, convinto che “il salario minimo sarebbe uno strumento di forza anche per la contrattazione nazionale”. Salario minimo che, invece, non convince i centristi di Italia Viva. “Il Cnel per me va abolito ma sul salario minimo proposto da Schlein, Landini e Conte i problemi erano chiari. Vogliono realizzarlo indebolendo la contrattazione e aumentando le tasse”, dice a ilGiornale.it la senatrice Raffaella Paita, sostenitrice della proposta della Cisl sulla partecipazione agli utili di impresa dei lavoratori.

Una posizione che, chiaramente, esclude la presenza dei renziani in piazza insieme alla Cgil: “Non mi stupisce che il Pd aderisca. Ormai il leader del Pd è Landini. I riformisti non ci sono e se ci sono non hanno coraggio. Per noi le battaglie si fanno in Parlamento. Questo governo sta tagliando la sanità e i servizi e daremo battaglia in Aula”.

E, almeno su questo, c’è sintonia con Carlo Calenda che, interpellato sul tema, dice ai cronisti: “Non vado alla manifestazione del Cgil perché lavoro in Parlamento per ottenere delle cose che talvolta la Cgil chiede, come il salario minimo".

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