Sciacalli in azione su Facebook Spot nelle pagine degli assassini

Meno di 12 ore dopo che Carlo Lissi era crollato, confessando l'omicidio della moglie e dei figli, su Facebook esisteva già una sua pagina - finta - che lo ritrae sorridente, nel giorno del matrimonio, assieme all'allora sposa Maria Cristina. E ieri è spuntata sul social network anche una pagina di Massimo Bossetti, con una foto molto simile a quella del vero profilo dell'uomo ritenuto dagli inquirenti l'assassino di Yara Gambirasio. Identico sistema, un semplice tranello da sciacalli della pubblicità.
Si crea una pagina Facebook (non un profilo, ma una di quelle che ti compare più volte in bacheca quando un amico ha già cliccato «mi piace») a nome dell'assassino. Che di sicuro sarà oggetto di molte ricerche in rete. Poi si carica sulla finta pagina un (inesistente) filmato che promette contenuti clamorosi: «Clicca il video di una camera di sorveglianza, che cattura il momento in cui Carlo Lissi uccide la moglie e i figli Giulia e Gabriele», «Guarda il delitto commesso da Massimo Bossetti nel 2010», si legge sulle rispettiva pagine, in un italiano sgrammaticato, frutto con buona probabilità di un traduttore automatico. In entrambi i casi, cliccando, non viene fuori nessun video, ma solo un elenco pubblicitario di casino online, gli stessi sia per Lissi che per Bossetti. Ti offrono «bonus» per cominciare a giocare, ti consigliano i «top» di oggi.

Eccolo, appunto, l'obiettivo finale: la pubblicità, tanti clic in poco tempo, tanti possibili nuovi clienti, il tutto cavalcando un'onda facile come la grossa attenzione su due brutte storie di cronaca. Alle 19.30 di ieri entrambe le pagine avevano avuto almeno 200 «mi piace».
Twitter @giulianadevivo

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