"Il leader non conta". Pure gli elettori dem condannano il Pd

Dal questionario per il congresso emerge la ramanzina della base ai vertici del Partito democratico: "Troppe divisioni e posizioni poco di sinistra"

"Il leader non conta". Pure gli elettori dem condannano il Pd

La base dem condanna il Partito democratico. Una ramanzina arrivata in seguito a una serie di errori nelle scelte politiche degli ultimi anni. Una linea politica non definita bene, le costanti lotte interne e posizioni poco rosse sono le principali colpe imputate al Pd che, in occasione della fase del Congresso, ha usufruito della Bussola come mezzo per definire l'identità e il profilo del nuovo corso. Un questionario, tra domande a risposta multipla e aperta, che ha inglobato diverse questioni che inchioderanno il prossimo segretario.

Gli elettori dem sferzano il Pd

La Bussola rappresenta lo strumento attraverso cui testare gli umori della base, tenendo dunque in considerazione gli esiti dei dibattiti e le idee per la fase costituente del nuovo Partito democratico. Il documento era diviso in diverse parti: il "perché" (la missione principale), il modo di agire per perseguire la propria finalità e infine l'offerta politica che dovrebbe caratterizzare il nuovo Pd. Alcuni militanti dem si sono sottoposti al questionario e hanno sottolineato le maggiori criticità da correggere.

Stando ai risultati anticipati da La Repubblica, a spiccare sono in particolar modo "l'assenza di una linea politica chiara" (40%), le "eccessive divisioni interne" (34%) e il "progressivo allontanamento dai ceti popolari" (30%). Nel dettaglio il 28% di operai ha rinfacciato una "eccessiva timidezza nel difendere le conquiste sociali e i diritti dei lavoratori" e il 28% di giovani denuncia "posizioni troppo liberiste e poco di sinistra"

Con un risultato medio del 22% si critica anche la "scarsa dinamicità della classe dirigente". Solamente il 9% sostiene che il prossimo segretario sia determinante per la fase di rilancio del Pd. Tra le altre cose non può passare inosservato un monito chiarissimo: il 70% ritiene che il pluralismo interno (come le correnti) non debba ostacolare il prossimo leader nell'individuare una posizione univoca.

Le priorità dei dem

Per il 35% è necessario puntare sulle "proposte concrete". Ma quali sono le vere priorità della galassia dem? Il 50% ha individuato nella lotta alle disuguaglianze e nella transizione ecologica la vera missione del nuovo Partito democratico. Così come la sanità universale per tutti (56%), la lotta al cambiamento climatico (51%), la lotta all'evasione fiscale (47%) e il rafforzamento dell'istruzione pubblica (43%). Altro che cannabis e ius soli per cui i vertici dem si stracciano le vesti.

La base dem è praticamente spaccata sulla trazione ipergovernista degli ultimi anni.

L'orientamento del Pd dovrebbe essere quello di cercare di essere al governo anche rinunciando ai propri punti identitari o sarebbe opportuno rimanere fedeli avendo meno possibilità di governare? Più della metà crede che sia doveroso non tradire il proprio identikit, mentre per il 46% sarebbe meglio cercare di essere all'interno dell'esecutivo il più possibile.

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