Parafrasando il titolo di un celebre libro, il campo largo si è fermato a Bari. Il terremoto giudiziario che vede indagata l’ormai ex assessore regionale ai Trasporti, la dem Anita Maurodinoia, è solo la punta dell’iceberg di uno scossone politico ben più rilevante. A preoccupare la sinistra nostrana, oltre ovviamente alle grane giudiziarie, è soprattutto la matassa politica creata dal leader del Movimento 5stelle, Giuseppe Conte.
Lo strappo di Conte
Lo strappo del numero uno pentastellato è arrivato al Nazareno come un fulmine a ciel sereno. “Alla prima inchiesta giudiziaria – ha spiegato ieri Conte - se ne aggiunge oggi una seconda in cui è coinvolto ovviamente il voto di scambio, l'inquinamento del voto, cosa che noi stiamo denunciando da tempo. Per il Movimento 5 Stelle non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie”.
Tradotto: le ultime ipotesi di campo largo sono definitivamente tramontate. Almeno a Bari, l’asse giallorosso è già in frantumi. “Le ragioni che hanno spinto i Cinque stelle ad appoggiare il candidato Laforgia permangono immutate, anzi si rafforzano”, ha aggiunto Conte. E direttamente dal capoluogo pugliese ha sentenziato: “Ci confronteremo anche con gli altri della coalizione, le altre forze politiche e civiche della coalizione, per cercare di affrontare la campagna elettorale per Bari nel segno di un nuovo inizio, di un rafforzamento dei presidi di legalità, di massima trasparenza”.
L'ira della Schlein
Dopo lo schiaffo a cinque stelle, dal Pd trapela tutta l’irritazione per la decisione dell’ex premier e unico possibile alleato del nuovo corso dem. "La scelta di Conte è incomprensibile, se il M5s pensa di vincere da solo contro la destra, proceda pure. Ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno”, ribattono a tono fonti dem. E la segretaria Elly Schlein non è da meno. “È veramente sleale – spiega con i suoi – umanamente e politicamente”.
E, ripresa dal Corriere della Sera, rilancia:“Il suo è un atteggiamento spregiudicato. Nella maggioranza di Emiliano ci stanno anche loro e lui fa le prediche a noi?”. Sono saltati tutti i freni inibitori. Il campo largo si trasforma in una giostra di accuse e rancore. “Vuole far vincere la destra? Vuole metterci in difficoltà? A che gioco sta giocando?”, si chiede la segretaria Pd sfogandosi con i suoi fedelissimi. L’ira del Partito democratico si trasforma in un contrattacco frontale. “Le primarie erano e restano il dna del Pd e dei progressisti italiani.
Chi le diserta sbaglia perché calpesta la grande voglia di partecipazione. Ci vediamo alle urne”, va all’attacco il senatore dem Francesco Boccia. Tra sfide personali e accuse incrociate il campo largo, tanto a Bari quanto a livello nazionale, è già un campo minato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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