Le spara e lei non denuncia Il fidanzato torna a finirla

Le ha sparato due volte in dodici ore, ha inferito senza esitazione contro quella donna che per tutta la notte ha tentato di tamponare il sangue della prima ferita, ha approfittato di quella prigione di silenzio che ha impedito alla sua convivente di parlare e presentare denuncia. E così lui, Cosimo De Biaso, 24 anni, ha premuto ancora il grilletto scrivendo l'ultimo folle capitolo di una lunga storia di maltrattamenti tra le mura domestiche, divenute un inesorabile muro di gomma su cui sono rimbalzati mesi di vessazioni. L'assassino è stato arrestato. «Mi esasperava», ha mormorato ai carabinieri; la sua compagna è morta in ospedale dopo una settimana di agonia: Ilaria Pagliarulo, 20 anni, non ce l'ha fatta, i medici hanno fatto il possibile per strapparla a un destino atroce, ma le sue condizioni ormai erano disperate. È accaduto a Statte, poco meno di quindicimila abitanti, dieci chilometri da Taranto.
I carabinieri hanno ricostruito le fasi di un dramma esploso alcuni giorni fa ma rimasto sotto una coltre di silenzio per tanto tempo. Ilaria e il suo compagno vivevano insieme da un paio d'anni, da un mese si erano stabiliti in una villetta divisa in due appartamenti in viale Tafuri, una zona residenziale della cittadina: un'esistenza scandita da continui litigi, più volte la donna è stata picchiata dal fidanzato ma non lo ha mai denunciato. E così ha fatto anche la sera del 15 settembre, quando c'è stata l'ennesima discussione: secondo quanto è emerso dalle indagini De Biaso, sorvegliato speciale, ha preso la pistola e le ha sparato; il proiettile ha raggiunto la ragazza al fianco sinistro perforandole un rene. Ilaria ha preferito non presentarsi in ospedale: è rimasta a casa, non ha parlato perché temeva ritorsioni nei confronti di sua madre, ha tentato in qualche modo di medicare la ferita, ha trascorso la notte cercando di fermare il sangue, ha sperato che la mattina seguente tutto si potesse aggiustare, ha pensato che anche quell'istante di follia potesse essere superato e cancellato, forse ha immaginato che ci fosse ancora spazio per tornare indietro e pensare a un futuro insieme. Ma così non è stato. E mentre le sue condizioni si aggravavano e lei si spegneva lentamente, il litigio è andato avanti, la belva con il volto del fidanzato ha premuto nuovamente il grilletto, ha sparato per uccidere: la pallottola ha colpito la ventenne al torace, lei è riuscita a chiedere aiuto e si è rivolta alla madre che abita nell'appartamento attiguo. È scattato l'allarme, sul posto è intervenuto il 118 e mentre i soccorritori si allontanavano De Biaso ha continuato a fare fuoco: contro l'ambulanza e l'auto della madre di Ilaria. I colpi sono andati a vuoto. Poi la corsa in ospedale, il ricovero al Santissima Annunziata di Taranto. Le condizioni della ragazza sono apparse subito gravi, i medici l'hanno sottoposta a due interventi chirurgici ma dopo una settimana è morta. L'assassino è finito in carcere. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip scrive che «ha dimostrato di essere soggetto portatore di una spiccatissima e assolutamente allarmante inclinazione alla violenza».
Dalla Puglia alla Sardegna. Un'altra ragazza, Marta Deligia, 26 anni, è stata uccisa a Villacidro, provincia di Medio Campidano. I carabinieri hanno arrestato l'ex fidanzato, Giuseppe Pintus, 36 anni: da tempo la ossessionava con telefonate, pedinamenti, messaggi sms e anche minacce di morte.

Lei lo aveva denunciato più volte, ma non è servito a evitare la tragedia. L'uomo l'ha strangolata in auto, nelle campagne del paese. Poi ha telefonato al 112: «Ho fatto una cavolata, adesso vado ad ammazzarmi», ha detto. Non l'ha fatto e i militari lo hanno bloccato poco dopo.

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