Anche quest'anno la sinistra ha spinto il piede sull'acceleratore delle polemiche sul 25 aprile. Ma il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani non ha dubbi: «La liberazione è un patrimonio di tutti noi italiani».
Lei dove sarà oggi?
«Mi recherò alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio alle vittime di quella terribile violenza nazifascista. Tra le vittime, ci tengo a ricordare Giuseppe Cordero di Montezemolo, colonnello e partigiano, protagonista con tanti altri della Resistenza e della lotta per libertà».
Si arriverà mai ad una completa pacificazione secondo lei?
«Il discorso di Silvio Berlusconi a Onna, il 25 aprile 2009, chiuse un capitolo. Parlò da statista e da leader del centrodestra. Meloni, che di Berlusconi nel 2009 era ministra, è stata chiara su questo punto...».
Quindi sono inutili le polemiche delle ultime settimane?
«Come le dicevo, appunto, la liberazione è un patrimonio di tutti noi italiani».
Come sta il presidente Berlusconi?
«Sta migliorando. Siamo ottimisti e speriamo di poterlo vedere partecipe nella due giorni di Forza Italia che si svolgerà il 5 e 6 maggio a Milano. L'ho sentito l'altro giorno, ci incoraggia e porta un saluto a tutti i nostri candidati, militanti e sostenitori».
A maggio ci saranno le amministrative in alcuni capoluoghi e in centinaia di comuni.
«La linea è quella di una coalizione unita. Forza Italia resta una forza coerente e ci auguriamo che dove ci saranno i ballottaggi si possano superare le divisioni per battere la sinistra. Noi lavoreremo sempre per l'unità».
In che modo pensate di intervenire sulla questione dei balneari?
«Dobbiamo rispettare le regole ma nello stesso tempo fare in modo che sia tutelato un settore produttivo importante, ad esempio tenendo conto degli investimenti fatti, evitando che la malavita o grandi imprenditori con qualche dubbio di legalità possano venire a occupare pezzi di costa italiana. Non è una questione semplice ma bisogna trovare una soluzione».
Come si sta evolvendo la crisi in Sudan?
«Stiamo seguendo la situazione minuto per minuto. Ho parlato con i militari che sono a Gibuti, li ho incoraggiati, ho espresso loro il sostegno e l'apprezzamento del governo. Certamente faremo di tutto per tutelare la sicurezza dei nostri connazionali».
Quale segnale volete dare con l'invio di nuove navi nel Pacifico?
«Garantire la libertà commerciale lungo le rotte marittime. Noi siamo per il mantenimento dello status quo, ci auguriamo che la situazione non si aggravi e che sia più tranquilla nelle prossime settimane. L'anno prossimo ci sarà l'Amerigo Vespucci, per dimostrare la tranquillità che vogliamo raggiungere in quella parte di mondo».
La crisi migratoria sembra non arrestarsi.
«Nel Mediterraneo dobbiamo impegnarci per fermare l'immigrazione clandestina. Noi stiamo lavorando in Tunisia e Libia perché rischiano di esserci crescenti partenze. L'Italia non può diventare il parcheggio di chi vuole andare altrove, la maggior parte desidera uscire dal nostro paese. Il governo ha preparato un piano con le organizzazioni del mondo del lavoro per un impiego di circa 80.000 immigrati regolari. Questo è quello che deve accadere. Il nostro faro comunque rimane il messaggio di Papa Ratzinger: il diritto a non emigrare. E su questo lavoreremo».
Quale dovrebbe essere il ruolo dell'Italia in politica estera?
«L'Italia deve avere un grande ruolo ed io sto facendo di tutto per far crescere la nostra posizione nel mondo. Più siamo forti a livello internazionale, più cresce la nostra reputazione, più cresce la nostra economia».
Lei, Weber e il presidente Meloni state lavorando per creare una nuova maggioranza al Parlamento Europeo tra
popolari e conservatori?«La strategia è quella. Vediamo cosa si può fare, se si potrà realizzare quella convergenza tra conservatori, liberali e popolari che portò alla mia elezione a presidente del Parlamento».
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