Torturati per ore e poi sgozzati: la pista della rapina finita male

Forse i banditi cercavano la cassaforte ma gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Il fratello della vittima: "Sono certo che qualcuno li seguiva"

Udine - Il giorno dopo Lignano si sveglia incredula, inebetita. E terrorizzata. Il clima di festosa operosità che caratterizza le vie di questa città vacanziera è stato sostituito dallo sgomento. Chi può essere stato capace di tanto orrore? Chi può aver torturato per ore e poi sgozzato Paolo Burgato e Rosetta Sostero, i coniugi di 67 e 65 anni stimati e apprezzati per la trentennale attività commerciale?
«Questa è opera di professionisti del crimine, gente che progettava questa impresa da tempo». Il fratello maggiore di Paolo Burgato, Giuseppe, 83 anni, ha le idee chiare. Ai giornalisti l'ha detto chiaro: «Sono sicuro che in tutti questi giorni mio fratello è stato seguito. Tra casa e negozio non c'è molta distanza, lo hanno pedinato e poi hanno deciso di intervenire. Hanno preparato il colpo in ogni dettaglio. E questo è il risultato».
L'altra mattina proprio Giuseppe era passato dal negozio del fratello verso le 10, trovandolo inspiegabilmente chiuso. Voleva andare a chiedere spiegazioni al nipote, Michele, 40 anni, che però pochi minuti prima era già corso a casa dei genitori dove aveva fatto la macabra scoperta: papà e mamma sgozzati e riversi in un lago di sangue nella lavanderia della villa di via Annia, poco lontano dalla darsena.
Se il primo giorno gli inquirenti avevano tenute aperte tutte le ipotesi, ieri hanno escluso definitivamente quella dell'omicidio-suicidio. Qui c'è la mano di criminali senza scrupoli, disposti a tutto per raggiungere lo scopo. Già, ma qual era lo scopo? Sembrava che l'oggetto del desiderio fosse una cassaforte, ma di fronte a tanta violenza non si può pensare che la coppia abbia fatto resistenza. Anche perché sembra che la cassaforte fosse in negozio. E, alla fine, risulta che dall'abitazione è stato portato via soltanto qualche oggetto, non sufficiente a giustificare il massacro. Per questo gli inquirenti ancora non riescono a spiegarsi tanta violenza. Era necessario infierire sui coniugi per portare via la roba?
«Una scena sconvolgente ed efferata, mai vista». I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Claudia Danelon, sono rimasti impressionati. Per questo hanno chiesto l'intervento di due medici legali, sigillando la scena del delitto perché non venisse modificato alcun particolare. I dettagli sono fondamentali per cercare di risolvere quello che si annuncia come un giallo molto complicato.
Ieri sono stati effettuati sopralluoghi seguendo il percorso che la coppia ha fatto prima di tornare a casa. Dopo aver chiuso il negozio di casalinghi verso le 23,30, orario normale per questo periodo di alta stagione, hanno mangiato in un ristorante. Si sono allontanati verso l'una: da quel momento nessuno sa chi e perché abbia seviziato e poi ucciso i due commercianti. Restano solo i corpi martoriati: mancano un movente e l'arma del delitto. Non ci sono segni di effrazione nella villa: o gli assassini li stavano aspettando e si sono fatti aprire la porta, oppure erano conosciuti dalle vittime.
«In questo momento molto delicato per Lignano - ha detto ieri il sindaco Luca Fanotto - bisogna mantenere la lucidità e la forza per reggere questo colpo durissimo. Non bisogna cedere al panico». Parole sensate ma sul paese delle vacanze è calato il gelo, nonostante il caldo africano che sta incendiando l'estate.

Tutti tremano al pensiero che questi assassini siano a piede libero. «Spero che li prendano presto - conclude Giuseppe Burgato - questi vigliacchi hanno usato una violenza cieca, chissà cosa volevano». Quando qualcuno risponderà a questa domanda la soluzione del giallo sarà più vicina.

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