Occhetto fa lo spot alla Schlein: "Ecco perché l'ho votata"

L'ultimo segretario del Partito comunista italiano promuove la nuova segretaria del Pd: "Io ho votato Elly Schlein"

Occhetto fa lo spot alla Schlein: "Ecco perché l'ho votata"

La vittoria di Elly Schlein, che succede a Enrico Letta, cambia la storia del Partito democratico e del centro sinistra per come lo conosciamo oggi. Il cambiamento, giova ricordarlo, non sempre è una rampa di lancio verso il futuro. Spesso, la stessa aria di rivoluzione, può diventare un traino verso posizioni passate o ideologie vecchie mai veramente dimenticate. Quest’ultimo caso sembra combaciare perfettamente con l’elezione di Elly Schlein che, dopo aver stilato il suo “manifesto” nel punto stampa di ieri sera, oggi riceve l’endorsement di Achille Occhetto, l’ultimo segretario del Partito comunista italiano. Più che di “grande rivoluzione”, si può parlare di un vero e proprio “ritorno al passato".

L'endorsement di Occhetto

L’ex e ultimo segretario del Pci, Achille Occhetto, si è recato ieri pomeriggio al gazebo di piazza Farnese, a Roma, e ha votato alle primarie del Partito democratico. L’ex segretario, raggiunto da La Repubblica, svela la sua scelta: Ho votato Elly Schlein”. Un endorsement che, di per sé, da l’idea della nuova direzione del Pd made in Schlein: anti capitalismo, pacifismo galoppante, ecologismo ideologico e lotta alle disuguaglianze.

Insomma, un partito sempre più radicale, radicalizzato e vicino alle istanze grilline. In poche parole, un partito sempre più spostato a sinistra. Occhetto, forte della vittoria della sua nuova pupilla, si dice estremamente soddisfatto: “Su di lei ho un giudizio positivo da tempo dopo aver scoperto la sintonia su intreccio tra questione ambientale e sociale”. Le raccomandazioni di Occhetto alla nuova segretaria sono poche ma ben precise: scongiurare il pericolo scissione abbracciando una visione, la solita e annosa “utopia”. “Non si può creare una coabitazione a freddo – spiega l’ex segretario – ma occorre al nuovo Pd una fusione tra pragmatismo e utopia del possibile”.

Il Pd più a sinistra di sempre

Quello che è certo è che il Partito democratico, come già avvenuto in passato, si trova davanti a un bivio. Achille Occhetto, che dei bivi del partito ne sa qualcosa, ne è convinto. La “sua” svolta della Bolognina, che ha velocizzato lo scioglimento del Partito Comunista Italiano e messo le basi del Partito democratico della Sinistra, rimane uno dei cambiamenti più importanti della sinistra italiana. È ancora troppo presto per giudicare l’impatto che avrà Elly Schlein ma l’ex segretario del Pci non vuole sottovalutarlo e aggiunge:“Il problema è evitare di cristallizzarsi di due unilateralità. Per quanto riguarda la Bolognina, anche il Pd deve buttare il cuore oltre l’ostacolo”.

Se c’è uno sconfitto, tra i tanti all’interno del Pd, è ovviamente il cosiddetto “riformismo”. La svolta Elly Schlein mette la parola fine a qualsiasi accenno di moderatismo e riformismo politico.

Quello di Schlein potrebbe essere, e forse sarà, il Partito democratico più a sinistra di sempre. Le parole di Occhetto si sovrappongono alle idee della nuova giovane candidata e questo, soprattutto a sinistra, dovrebbe far riflettere e non poco.

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