Il sindaco di Venezia Brugnaro resiste alle pressioni: "Non mi dimetto"

Il sindaco di Venezia risponde alle accuse di corruzione e non fa passi indietro: "Non ho fatto nulla né per i Pili, né per la Reyer, sento il dovere di rimanere"

Il sindaco di Venezia Brugnaro resiste alle pressioni: "Non mi dimetto"
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“Sento il dovere di rimanere in carica”. Poche parole, una sola certezza: il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro non fa alcun passo indietro e non si dimette. Così il primo cittadino, incalzato sul tema proprio nel consiglio comunale in programma questa mattina, ha chiarito la propria posizione in merito all'indagine di corruzione della guardia di finanza ce ha scosso la Giunta e che lo vede coinvolto con alcuni dei suoi più stretti collaboratori.

"Non ho fatto nulla né per i Pili, né per la Reyer. Ci ho messo tutto me stesso in questo incarico e sono qui presente per una precisa scelta politica”, ha spiegato il sindaco leggendo la una dichiarazione in risposta allle interrogazioni delle opposizioni che chiedono le sue dimissioni nel consiglio comunale straordinario di Venezia in corso a Mestre. Il sindaco non intende mollare ma, al contrario, si dice disponibile a rispondere a tutte le possibili domande dei giudici: "Non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare – ha precisato - ma sono indagato e resto a disposizione della magistratura per rispondere a tutte le domande”. Nel suo intervento in aula, davanti al Consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria, per discutere dell'indagine della magistratura che ha scosso la Giunta, Brugnaro ha ripercorso la sua esperienza da sindaco: "Sono più di nove anni che faccio il sindaco, a tempo pieno, anche oltre 12 ore al giorno, sottraendo tempo alla mia famiglia - ha affermato - Sono qui a dover dimostrare l'onestà del mio operato. Lo devo soprattutto ai cittadini: ci ho messo la faccia, tutta la mia esperienza. Ed è per questo che sono esterrefatto".

Il sindaco, poi, ha parlato dell'indagine che vede al centro Renato Boraso, ex assessore comunale a Venezia. "Di Boraso non so nulla", ha ripetuto più volte Luigi Brugnaro. E ancora: "Non ho mai chiesto nulla a nessuno, né mai mi hanno offerto niente, ho incontrato Mister Ching la prima volta nell'aprile del 2016 perché lui era interessato ad acquisire immobili a Venezia, mi chiede dell'area del Pili perché mi disse che gli ricordata una area simile che stava realizzando a Londra, sempre per il waterfront - ha affermato - A quell'incontro erano presenti anche altre persone e questo è a conferma della mia onestà e trasparenza del mio operato fin dall'inizio".

Una risposta che sicuramente non convincerà le opposizioni e molti manifestanti e appartenenti a gruppi e comitati che nelle ultime settimane hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino e della giunta. Già a partire dalle 9 di questa mattina, appena prima l’inizio del consiglio, molti di questi si sono radunati in via Palazzo in attesa della risposta del sindaco che è appena arrivata.

Una presa di posizione che sicuramente scontenterà Giuseppe Saccà, capogruppo del Partito Democratico, che poco prima del dibattito ha sottolineato l'importanza del consiglio comunale straordinario “per fare chiarezza su quanto sta accadendo e per ribadire che l'unica via d'uscita è che il sindaco rassegni le dimissioni”.

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