Vernice conto l'azienda di munizioni: il blitz pro Palestina di Ultima generazione

Ultima generazione "batte" sul tempo i collettivi studenteschi pro Palestina e attacca l'azienda "Fiocchi Munizioni" con la vernice. Ma il presidente del Cda replica: "Mai fornito proiettili a Israele"

Vernice conto l'azienda di munizioni: il blitz pro Palestina di Ultima generazione
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Ultima generazione ha battuto sul tempo i collettivi e questa mattina si è presentata a sorpresa davanti all'azienda "Fiocchi Munizioni" di Lecco con della vernice rossa. Due attivisti della frangia "Palestina libera" hanno così imbrattato il simbolo dell'azienda per poi esporre lo striscione "Palestina Libera" con tanto di fumogeni. "La protesta mira ad esporre l'azienda che ha continuato a produrre e fabbricare materiale bellico per i militari israeliani ignorando il genocidio in corso in Palestina. La campagna Palestina Libera chiede al governo di rispettare l'articolo 11 della Costituzione italiana, che ripudia la guerra, fermando l'invio di armamenti ad Israele", scrivono in una nota.

Con le stesse motivazioni, i collettivi studenteschi hanno organizzato il prossimo 14 maggio un'assemblea presso il Chiostro Legnaia dell'Università Statale di Milano, in vista del corteo previsto per il prossimo 18 maggio davanti agli stabilimenti lecchesi dell'azienda. Si tratta, né più e né meno, dell'ennesimo tentativo di boicottaggio da parte dei collettivi pro-Palestina, una minoranza che con le maniere forti stanno tentando di imporre la loro visione del mondo al resto della maggioranza. "Prendiamo totale responsabilità delle conseguenze legali del nostro atto di protesta. E chiediamo che il nostro governo prenda le proprie responsabilità come complice di un genocidio, e per aver violato la nostra Costituzione", sono le parole di Luca, uno degli attivisti di Ultima generazione presente oggi.

"Neanche due settimane fa a Khan Yunis, nel Nasser Medical Complex, l'ospedale più grande a essere rimasto aperto nella Striscia di Gaza, sono state trovate fosse comuni con più di 400 corpi, molti di questi avevano segni di tortura ed erano stati giustiziati. Molte erano donne e bambine. I proiettili che sono stati usati in quelle esecuzioni, potrebbero essere stati prodotti qui, alla Fiocchi Munizioni", scrivono gli attivisti, addossando le colpe sull'azienda e sul governo italiano. Ma dall'azienda Fiocchi smentiscono ogni accusa: "Non abbiamo mai venduto proiettili all'esercito israeliano".

Così ha dichiarato Stefano Fiocchi, presidente del Cda della Fiocchi Munizioni. "Noi ci siamo dal 1876 e certo non facciamo cioccolatini, ma produciamo proiettili per il tiro, per la caccia e anche per le forze dell'ordine certo, ma nell'ambito della sicurezza", ha dichiarato ancora all'Adnkronos il presidente del Cda.

"Tra l'altro Israele per le munizioni ha una propria fabbrica. E se deve comprare, compra dagli Usa. Prendersela con noi non ha senso, dato che lavoriamo per il civile", dicono ancora dall'azienda.

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