Questa mattina la sede dell'Università Orientale di Napoli è stata occupata da un gruppo di studenti, circa una ventina, che hanno esposto uno striscione a sostegno della Palestina. Sul drappo esposto sul balcone centrale di Palazzo Giusso c’è scritto "fino alla vittoria".
Protagonisti della iniziativa sono gli studenti aderenti al Collettivo organizzato università. Al momento non sono segnalati particolari problemi. Sul posto, però, sono già intervenuti gli agenti di polizia del commissariato Decumani e quelli della Digos. La notizia è stata rilanciata anche dalla pagina Facebook "EX OPG occupato- Je so’ pazzo". In un post, accompagnato da una foto, si chiede di accorrere "in supporto".
Le richieste degli studenti
Gli studenti hanno spiegato che vogliono "denunciare anche dai luoghi del sapere la complicità ed il silenzio delle nostre istituzioni e del governo. Il nostro è un atto che ha la finalità di riaprire il dibattito anche all'interno dell'università e far prendere posizione questa istituzione". "Sappiamo- hanno proseguito- che il nostro Ateneo, come altri nel resto del Paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l'apparato militare-industriale italiano".
Gli studenti hanno anche dichiarato di non voler studiare in "un'università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano" . Non solo. Gli stessi studenti pretendono che l'Università, nella figura del rettore Tottoli, "si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato; che l'università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano". Altra richiesta avanzata è che la stessa Università "condanni pubblicamente le gravi violazioni dei diritti umani ed i crimini di guerra commessi dal governo di Israele: dall'uso del fosforo bianco, all'uccisione indiscriminata di civili, il bombardamento di scuole, ospedali e dei corridoi umanitari e l'assedio totale a cui è sottoposta in queste ore Gaza; che cessino gli accordi tra L'Orientale e le università israeliane, in quanto complici del regime di oppressione coloniale di insediamento e di apartheid, di gravi violazioni di diritti umani, compreso lo sviluppo di armamenti e di dottrine militari".
Gli studenti hanno anche annunciato che alle 11 terranno una conferenza stampa nella sede dell'Ateneo per spiegare i motivi che hanno portato all’occupazione Nelle scorse settimane, altri studenti avevano esposto una bandiera palestinese sulla facciata dell'Ateneo ed in altri luoghi di Napoli.
La posizione del rettore
Il rettore Roberto Tottoli ha chiesto inutilmente agli occupanti di lasciare la sede dell'Ateneo. Tottoli ha avuto un contatto con i manifestanti attraverso lo spioncino del portone d'ingresso oltre il quale c'erano gli studenti che hanno collocato nel cortile una bandiera della Palestina. "Non potete occupare uno spazio pubblico", "non potete parlare a nome di tutti gli studenti", "se questa è la vostra concezione della democrazia, complimenti", sono alcuni dei passaggi del suo intervento.
Successivamente, davanti ai microfoni, lo stesso Tottoli ha spiegato di aver"invitato gli studenti a lasciar riprendere le attività. Tra l'altro oggi c'era una iniziativa di colleghi sulla Palestina, sulla situazione che è gravissima. L'Ateneo del resto è impegnato a far prevalere innanzitutto le ragioni della pace, a cercare di capire questa realtà molto complessa". Il rettore ha aggiunto che "dispiace perché questa attività viene interrotta con questa occupazione che trova l'unica ragione nella esposizione della bandiera dalla facciata di Palazzo Giusso".
Tottoli ha infine aggiunto di aver detto agli studenti che "si poteva lasciare loro uno spazio" per esprimere le loro
ragioni e così "far riprendere le attività. Come rappresentante di migliaia di studenti, dico che l'occupazione blocca in pieno le attività didattiche e anche un momento di riflessione sulla crisi internazionale".
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