Viaggiamo sempre meno, torna la villeggiatura

La flessione è meno marcata dello scorso anno, quando le vacanze erano crollate del 17 per cento. Ma anche nel 2012, per il terzo anno consecutivo, la tendenza è la stessa: l'ultimo rapporto dell'Istat conferma che gli italiani viaggiano meno e limitano anche le vacanze. Il vecchio adagio che ci voleva «popolo di santi, poeti e navigatori» appare sempre più sbiadito: tralasciando l'aspetto della santità - tema rovente in questi giorni - e dei poeti, dove neppure brillano grandi nomi, siamo anche meno navigatori.
Nell'anno che si è da poco concluso il calo dei viaggi è stato del 5,7 per cento, e del 5,3 per cento se si considerano solo le vacanze di piacere, al netto degli spostamenti per lavoro o per motivi familiari. Siamo passati dai 72 milioni e 558mila viaggi di vacanza del 2011 ai 68 milioni e 699mila del 2012. Il motivo, inutile dirlo, è sempre lo stesso: la crisi. Che si manifesta anche in un'altra, nuova tendenza: la crescita molto significativa (+52,5 per cento rispetto all'anno precedente) delle villeggiature al lago, in campagna o in collina. Località spesso più vicine a casa, raggiungibili con brevi spostamenti in automobile (che resta il mezzo di trasporto più diffuso tra gli italiani, usato nel 60,5 per cento dei viaggi), ideali per le vacanze brevi (dove queste mete conoscono una crescita del 62 per cento rispetto al 2011) sia per quelle lunghe (dove l'aumento è del 35 per cento, in ogni caso un balzo in avanti notevole un solo anno).
Insomma, non potendo volare dall'altra parte del mondo per sperimentare cibo e lingue diverse o sdraiarsi sulla sabbia finissima di un'isola esotica, gli italiani riscoprono le bellezze meno blasonate del proprio territorio. Preferendole persino alle città d'arte, tipicamente visitate nei weekend ma tradizionalmente care: il calo qui è del 18,9 secondo quanto rilevato dall'Istituto di statistica. Il mare regna incontrastato nella classifica delle mete preferite dalla maggioranza degli italiani, anche perché il periodo favorito resta, per quattro turisti su dieci, quello estivo, ma le località alternative guadagnano attrattività.
Quanto alle modalità della vacanza, l'Istat rileva un'altro trend: quella di affittare case o stanze private invece di farsi coccolare nel grande albergo. Anche questo uno specchio della crisi: non ci saranno le grandi colazioni continentali e il personale addetto a sostituire ogni giorno gli asciugamani, ma il risparmio rispetto all'albergo è consistente. Non a caso chi resta in Italia sceglie la sistemazione in alloggi privati nel 51,5 per cento dei casi.

Senza contare che, all'interno di questa percentuale, nel 35,3 per cento dei casi chi va in vacanza non paga l'affitto, perché l'alloggio in questione è di proprietà di amici o parenti.
Insomma, italiani popolo di scrocconi?

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