Tra la commissione di accesso agli atti comunali e l'indagine sull'assessore alla Regione Puglia, il centrosinistra di Bari sta vivendo un periodo particolarmente turbolento. Mancano ormai due mesi alle elezioni amministrative che dovranno sancire chi sarà il nuovo sindaco del capoluogo pugliese dopo il ventennio consecutivo della staffetta tra Michele Emiliano e Antonio Decaro, ma tutto lascerebbe presagire che il campo largo si presenterà decisamente spaccato all'appuntamento alle urne.
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle avevano organizzato delle primarie di coalizione per domenica 7: un inedito assoluto - perlomeno in un grande comune - per andare uniti con uno stesso candidato a primo cittadino nella sfida dell'8 e 9 giugno prossimi, in concomitanza con le elezioni europee. E invece gli arresti di ieri, l'inchiesta sull'ex collaboratrice di Emiliano, Anita Maurodinoia, e la successiva presa di posizione di Giuseppe Conte hanno scompaginato completamente le carte: niente più primarie, quando mancavano ormai due giorni al voto, e ognuno andrà per la propria strada tra 64 giorni. In attesa dell'eventuale ballottaggio. Ma chi sono i due rappresentanti locali di Pd e M5s?
Vito Leccese, il rappresentante del Pd
Vito Leccese è nato a Bari il 2 agosto 1962. Si è laureato con lode in Scienze Politiche - indirizzo politico internazionale - all'Università degli Studi del capoluogo pugliese. Il suo impegno politico comincia a 22 anni quando viene eletto consigliere comunale di Bari, facendosi portavoce delle istanze ambientaliste e pacifiste, per la difesa delle ville storiche della città e contro la realizzazione del nuovo stadio San Nicola. In quel periodo diventa anche presidente della sezione barese di Legambiente. Grazie ai Verdi, Leccese è assessore comunale dall'agosto 1990 al novembre 1991, mentre un anno dopo è eletto deputato nazionale. Non verrà riconfermato nel '94, ma avrà modo di riscattarsi nel '96, quando ritorna a Montecitorio. Dal 1999 al 2000 è assessore della Provincia di Bari: un anno più tardi, sconfitto nel collegio 21 della Camera, si allontana dalla politica.
Una volta terminata l'attività pubblica diretta, Leccese ricopre diversi incarichi manageriali nelle istituzioni. Tra il 2003 e il 2004 segue per conto della Fiera del Levante le iniziative relative alla costituzione del segretariato del Corridoio paneuropeo n. 8 e dal 2004 al 2006 è capo di gabinetto del Rettore dell'Università degli Studi di Bari. Nel frattempo, nel 2007, si iscrive al neonato Partito Democratico. Dal 2014 fino al 31 dicembre 2023 è poi anche capo di gabinetto del Comune di Bari, per il quale dal 2009 al 2014 è stato anche direttore generale (piena epoca Decaro). Attualmente è componente del Collegio di Indirizzo e Controllo dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN).
Michele Laforgia, il candidato dei 5 Stelle
Nato cinque mesi rispetto a Leccese, Michele Laforgia non ha mai avuto alle spalle una vera esperienza politica. Suo padre (Pietro Leonida) invece è stato consigliere comunale, sindaco di Bari e senatore della Repubblica. Dopo il diploma di maturità classica al liceo Quinto Orazio Flacco, si laurea con lode in Giurisprudenza a Bari (sua città natale) con una tesi in diritto commerciale sul bilancio delle società per azioni. Dopo un periodo di formazione a Milano, supera con il massimo dei voti l'esame di abilitazione ad avvocato, nel cui Albo è iscritto dal 1987. Dopo una prima esperienza associativa, nel 2014 Laforgia fonda "Polis Avvocati", lo studio legale multidisciplinare con sede a Bari e a Roma.
Un mese fa aveva fatto discutere un suo intervento pubblico durante la campagna elettorale, quando da una parte aveva invitato i cittadini baresi e gli operatori del mondo della politica ad "emarginare tutti i soggetti che alimentano la compravendita dei voti" in quanto "spie di un atteggiamento che riguarda la criminalità organizzata"; dall'altra, però, aveva confermato che da avvocato avrebbe difeso tre imprenditori coinvolti, tra cui il vicepresidente di Confindustria Bari-Bat
Francesco Frezza, indagato per una presunta asta giudiziaria truccata relativa alla vendita di un capannone a Matera, a luglio 2018. Asta che, secondo la Procura di Bari, sarebbe stata pilotata con lo zampino della mafia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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