Volare (e dormire) in business. Gara a chi offre più comodità

Le compagnie aeree investono miliardi in poltrone ampie quasi come veri letti. Stop a massaggi e lucine laterali: ciò che conta davvero è il relax del manager

Volare (e dormire) in business. Gara a chi offre più comodità

Meno massaggi e aree bar, più spazio per stendere le gambe. C'è un rivoluzione in corso in alta quota, e riguarda il modo in cui sono disegnate, costruite e disposte all'interno degli aerei le poltrone della business class.
Le principali compagnie mondiali, scrive l'International Herald Tribune, stanno investendo miliardi e chiamando a raccolta schiere di architetti, designer industriali e persino di yacht con un solo obiettivo: studiare la strategia per avere, all'interno dei velivoli, il perfetto equilibrio tra il maggior numero di posti e poltrone davvero spaziose, morbide, comode per i viaggi di lunga tratta. Perché, dicono gli esperti, i clienti dei viaggi intercontinentali in business class sono manager e uomini d'affari che, a dispetto delle innovazioni tecnologiche, considerano email e video-conferenze non sempre sufficienti: se scelgono di essere presenti di persona a un incontro, vogliono arrivarci soprattutto in forma e produttivi. E, quindi, non vogliono farsi una pennichella, ma una lunga e riposante dormita.
Da un'indagine condotta dalla tedesca Lufthansa su 3mila viaggiatori è venuto fuori che tra i desiderata principali c'è un «letto» della lunghezza di almeno un metro e 80 centimetri, considerato più importante dell'accesso diretto al corridoio centrale. Ecco perché la compagnia di Berlino ha investito un miliardo e 300milioni di dollari per elaborare il «V concept»: sedili più ampi (quasi due metri di lunghezza per 60 centimetri di larghezza), disposti a due a due a formare delle V rovesciate. Ed eliminazione di alcuni orpelli inutili, dalla funzione massaggio (poco usata, secondo la ricerca) ai comandi elettronici per regolare l'altezza della poltrona. Il passeggero vuole addormentarsi? Deve solo reclinare il sedile. Ogni poltrona costerà alla compagnia tra gli 80mila e gli oltre 250mila dollari. Entro il 2015 ne saranno installate 7mila su circa 100 aerei. Stendercisi su, in un volo da Francoforte a New York, costerà 5mila dollari.
Un bel cambiamento da quando, nel 1970, nacque la prima business class con sedili dai braccioli imbottiti e reclinabili di 40 gradi. Alla compagnia conviene: chi viaggia in business è una minoranza (tra il 10 e il 15 per cento del totale) ma copre più della metà dei ricavi complessivi.
Ma la battaglia delle poltrone è appena cominciata. British Airways, per esempio, per dare ai suoi viaggiatori dei lettini da un metro e 85 centimetri, ha inventato la disposizione che chiama «dello yin e dello yang»: metà dei passeggeri si stende rivolto verso il retro del velivolo. In questo modo, però, alcuni di loro si trovano faccia a faccia con altri. Più simile a viaggiare in treno, che in aereo. Solo che qui si sta stesi.

La Cathay Pacific, invece, ha scelto una configurazione a lisca di pesce. La Delta Air Lines l'ha pensata zig-zag.
Strategie diverse, ma una cosa è certa: il posto in business class non è più solo una scrivania, ma anche un letto in alta quota.
twitter @giulianadevivo

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