Giuliano Ferrara si pone una domanda fondata, la stessa che diversi lettori-elettori si fanno in queste ore di grande tensione politica. E cioè: fa bene oppure no Berlusconi ad alzare i toni dello scontro con gli avversari, ad usare la tv in modo massiccio, offrendo così il fianco alle critiche? Ferrara, argomentando, giunge alla sofferta conclusione che il Cavaliere sta sbagliando, malconsigliato, a fare quello che fa. Invidio l’intelligenza e l’acutezza politica di Ferrara. Il malaugurato giorno che Vittorio Feltri lasciò questo giornale, l’editore mi chiese se avevo bisogno di qualche cosa per sentirmi più tranquillo. Io risposi senza pensarci due volte: Giuliano Ferrara. Sono stato accontentato e sono certo di aver fatto un regalo ai lettori. Giuliano è esattamente come Berlusconi, non si può prenderne solo un pezzo, quello che di volta in volta più piace. Come tutti gli uomini liberi è un personaggio scomodo, ingombrante, non divisibile. Le analisi di Ferrara non sono mai banali o scontate, il che non vuol dire che per forza debbano essere sottoscritte a prescindere. Di quella che pubblichiamo oggi mi lasciano perplesso un paio di cose. Per esempio che Berlusconi agisca su consiglio di qualcuno. L’uomo conosce il premier meglio e più di quanto lo conosca io, e quindi mi sorprende come possa immaginare che segua i consigli di chicchessia. A me sembra che Berlusconi, da sempre, ascolti tutti, ma poi decida di testa sua. Pensarlo in balia di presunti falchi, come fanno alcuni uomini modesti della sua corte e i giornali dell’opposizione, è semplicemente ridicolo, funzionale a squallide faide interne al partito. Se Berlusconi ha deciso di continuare la campagna elettorale sulla linea dura, dunque, è soltanto farina del suo sacco. Avrà i suoi motivi per farlo e fino a ora l’ha sempre azzeccata, con grande beneficio anche per i cortigiani ora impauriti dall’ipotesi di una prima sconfitta. I quali motivi, peraltro, non mi sembrano poi così misteriosi o complicati. Prendiamo le contestate apparizioni tv dell’altra sera.Eccessive? Forse. Di certo l’opposizione non ha questa necessità, avendo gratuitamente spazi enormi e compiacenti dentro trasmissioni elettoralimascherate da contenitori di giornalismo indipendente. Gli spot di Bersani e Pisapia si chiamano Ballarò , Annozero , Che tempo che fa eccetera eccetera. Sono spot che durano più di qualche minuto, siamo alla pubblicità ingannevole mandata in onda con la complicità dell’Ordine dei giornalisti. Come si fa a riequilibrare una simile ingiustizia? Offrendo l’altra guancia, oppure reclamando con forza prendendosi, là dove possibile, ciò che la malafede ha tolto? Io penso che Berlusconi bene faccia a scegliere la seconda via perché altrimenti a furia di arretrare e tacere la sinistra si prenderà davvero tutto. Faccio un piccolo esempio personale. Ieri sono stato a ritirare il premio di Giornalismo Hemingway, forse il più prestigioso riconoscimento alla nostra professione. Una giuria evidentemente di pazzi l’ha assegnato a maggioranza al Giornale per le sue battaglie dell’ultimo anno. Bene, per protesta, La Repubblica e il Corriere hanno ritirato, fatto senza precedenti, i loro giurati, perché il giornalismo non di sinistra non può e non deve avere diritto di cittadinanza, tantomeno di premio. Di fronte a questo dovremmo tacere o denunciare l’ipocrisia di quell’evidentemente falso difensore della libertà di stampa, ex comunista mascherato da sincero democratico di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere , già peraltro punito dai suoi lettori che lo stanno abbandonando in percentuali a due cifre? E se scriviamo questo, oggi il suddetto sincero paladino dell’indipendenza dei giornali dai propri editori a chi telefonerà, come gli è uso, per protestare e minacciare sfracelli? No, caro maestro Ferrara, siamo circondati da mascalzoni, alcuni dichiarati (i meno peggio), altri camuffati da persone per bene. Non meritano di essere ricambiati con una moneta diversa da quella che usano loro.
Il fatto che tu possa scrivere ciò che davvero credi è la prova che il Giornale ha titolo per ottenere il premio Hemingway. E per dire ciò che pensa sempre. Se poi alla Moratti (o a Maurizio Lupi) non piace, pazienza. Che pensino a vincere le elezioni, che è il loro mestiere, non il nostro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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