"Investitori scappano a Roma, non l'avremmo mai immaginato. Salva Milano? Sala si dimetta"

Il consigliere regionale FdI Marco Bestetti: "Sala tolga il disturbo, blocca pure le pratiche che non c'entrano con i pm"

"Investitori scappano a Roma, non l'avremmo mai immaginato. Salva Milano? Sala si dimetta"
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Marco Bestetti (nella foto), consigliere regionale di Fratelli d'Italia e fino a 3 mesi fa anche comunale. I suoi ex colleghi hanno protestato in maniera animata durante la seduta sulle dimissioni dell'assessore Bardelli e sulle inchieste legate all'urbanistica, il sindaco che le ha definite «scene da Ventennio fascista». Cosa ne pensa?

«Il sindaco non mi sembra molto lucido, tenta di tirare la palla in tribuna. Il problema di Milano oggi non è certo il pericolo fascista ma lo stallo completo dell'urbanistica. La dialettica d'aula è qualcosa che a parti invertite avviene sempre, anche in Regione, non evochi fantasmi inesistenti con l'unico obiettivo di sviare dal tema chiave».

Ossia?

«Milano rischia di perdere quello che è sempre stato nel suo dna, la città delle opportunità è diventata esclusiva ed escludente. E vedere e sapere che moltissimi investitori immobiliari la stanno abbandonando per altri lidi non solo interazionali, ma anche nazionali come Roma è un fallimento e un danno d'immagine di cui la giunta Sala deve assumersi la piena responsabilità. Ci rendiamo conto? Per tanti anni siamo stati il modello, i primi della classe e invece siamo superati da Roma che associavamo a burocrazia asfissiante, inefficienza».

Prima che scattasse l'arresto dell'ex dirigente Oggioni per corruzione, falso e depistaggio, Sala aveva minacciato anche le dimissioni per convincere il Senato a votare il «Salva Milano». Si aspettava lo stop?

«Sul Salva Milano, al pari dello stadio, naviga a vista. Quando nacquero i primi problemi sull'urbanistica il Consiglio sollecitò un'accelerata sul Pgt come strumento per risolvere problemi ma ci disse di no, serviva a tutti i costi una norma interpretativa nazionale, ha sostenuto che era perfetta e tutelava l'interesse pubblico. Poi è scattato un arresto. Tralasciando il caso dei messaggi da gossip che hanno portato l'assessore Bardelli a dimettersi, fossi il sindaco sarei prudente a definire mele marce persone, come Oggioni, che ad oggi non sono neanche state rinviate a giudizio, abbiamo visto tante inchieste sgonfiarsi. E non si capisce perchè debba cadere l'interesse pubblico della norma. Non capiamo la giravolta improvvisa, credo serva solo a risolvere i problemi con la sua maggioranza sgangherata, a partire dal Pd che non voleva più votare il ddl. Mi inquieta anche che ormai il Comune batta i tacchi a qualunque sbadiglio della Procura. Un Comune gestito in questo modo non può andare avanti un minuto di più».

Può arrivare un aiuto da Roma?

«Sala deve assumersi le proprie responsabilità, non può demandare la soluzione. Tra l'altro, tra le contestazione mosse ad alcuni funzionari ci sarebbero i presunti contatti con rappresentanti nazionali relativi al Salva Milano. Ma dal sindaco ai suoi alti papaveri, nessuno ha mai preso contatti con leader di centrodestra, ministri, presidenti di Commissione per far approvare il ddl? E purtroppo lo stallo non riguarda solo i progetti sotto la lente della Procura, come ha denunciato il presidente del Consorzio Cooperative Lavoratori Maggioni, sono bloccate pratiche che non c'entrano nulla con i rilievi. Il problema è interno al Comune e Sala deve risolverlo, senza lavarsene le mani come Ponzio Pilato».

Ma FdI potrebbe votare il ddl in Senato?

«Ogni riflessione, a livello locale sul Pgt e a livello nazionale sul Salva Milano, necessita di una serenità politica a amministrativa che oggi a Milano non c'è più, l'unico modo per affrontare un problema così seria sono dimissioni del sindaco e voto».

Milan e Inter hanno depositato il piano per il nuovo stadio, il Comune vuol vendere Meazza e aree intorno entro luglio. Non si fida?

«Il sindaco ha cambiato idea 28 volte in sei

anni, finchè non vedo un contratto firmato non credo. La vendita entro luglio mi sembra un azzardo, a scuola si chiamava periodo ipotetico dell'irrealtà. Anche su questo, deciderà la prossima giunta, spero prima possibile».

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