Un dono da 200 milioni di dollari. È quanto il fondatore e amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey ha deciso di dare ai propri dipendenti. In realtà la donazione prevede una cessione di un terzo delle quote azionarie in sui possesso. Il 38enne alla guida del social ha spiegato così la sua scelta: "Voglio reinvestire direttamente nelle persone che lavorano con me".
La sua donazione è solo l'ultimo passo di un processo che sembra più una missione di salvataggio che un semplice passaggio di testimone. Quest'estate Dorsey ha dichiarato che lavorerà senza stipendio, senza gratifica e senza stock option. Che la società non viaggiava in acque tranquille si sapeva. Una decina di giorni fa l'azienda a licenziato 336 persone per ottimizzare i processi.
È probabile che il gesto di Jack Dorsey nasconda problemi ben più gravi. Ormai il social ha raggiunto il numero massimo di utenti ed è difficile riuscire a superare i 315 milioni di profili. Non solo. Diminuisce anche il tempo di permanenza sul sito che scende del 33%. Intanto si prova a risalire con l'introduzione dei sondaggi e il lancio di nuovi strumenti come "Moments" che servirà per navigare all'interno dei contenuti.
In realtà la situazione di twitter è molto ambigua.
Se la massa di utenti stagna, quelli più importanti scelgono sempre il social per lanciare i messaggi più importanti come Donald Trump con oltre 4 milioni di follower. In più, i grandi eventi in diretta ormai si seguono solo a colpi di tweet, dalle speratorie fino agli eventi sportivi tutti corrono su twitter a commentare. Basterà questo per salvare il social.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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