Kakà sa deliziare anche quando tira schiaffi. Verbali ovviamente. Alla faccia degli arbitri che lo cacciano dal campo senza gran giustificazione. Oggi le sue mani e dunque le sue parole hanno obbiettivi di qualità: il Real Madrid e Maradona. «Qui in Sudafrica vedrete il vero Kakà, quello del Milan quindi e non quello del Real Madrid»,ha sintetizzato lasciando intravedere diversi retropensieri. Il brasiliano confida di poter dare il meglio per portare la Selecao a conquistare la sesta Coppa del Mondo. «Posso avere successo con la nazionale brasiliana perchè c'è un buon gruppo. Un giocatore solo non conquista niente, ma vedrete il vero Kakà», ha affermato il brasiliano rispondendo ad una domanda in conferenza stampa. «Perchè il cambio di squadra ha modificato la qualità del mio calcio? Ci sono varie ragioni. La principale è che ho vinto una Champions nel 2007 perchè avevo una squadra molto forte, il Milan». Un'apparente critica al Real Madrid dove ha giocato quest'anno insieme a Cristiano Ronaldo. Kakà parla comunque anche dei problemi fisici che ha avuto in questa stagione. «Ho affrontato molte difficoltà durante tutta questa stagione e per me è stata la cosa peggiore. Oggi ho la consapevolezza dell'importanza della buona condizione fisica quando si devono affrontare un gran numero di partite, ma sto lavorando per raggiungere una buona forma fisica».
Poi Kakà si è dedicato a Maradona. Si, tutto ruota intorno alla storia dell «braccio di Dio» dell'attaccante Luis Fabiano che ha messo a segno con l'aiuto di un braccio una delle reti che hanno permesso alla Selecao di vincere 3-1 contro la Costa d'Avorio. «Arrivando da Maradona che ha segnato un gol di mano, e quindi se ne intende, la critica è divertente», ha affermato il brasiliano che ha minimizzato sul doppio tocco di mano de "O Fabuloso". «Io preferisco ricordare la bella giocata che ha portato al gol di Luis Fabiano e non menzionare la mano».
Maradona ieri aveva respinto il paragone tra la "mano de Dios" in Argentina-Inghilterra di Messico '86 e questo episodio. Ma Kakà ha messo i puntini al posto giusto. Comunque si guardi la storia, è stata un'offesa al calcio onesto. Non certo a quello dei furbi.
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