Dal ko dell'esordio al pass per Euro 2012, i 13 mesi d'oro di Prandelli

Dopo il Mondiale la ricostruzione del gruppo azzurro: 51 giocatori convocati, tre moduli sperimentati e nove vittorie in 14 partite. Mai l'Italia si era qualificata così presto per una grande manifestazione

Dal ko «fortunato» all'esordio con la Costa d'Avorio, fino alla vittoria con la Slovenia di stasera. Cesare Prandelli chiude la sua cavalcata azzurra per la ricostruzione post mondiale in 13 mesi, fatti di esperimenti, gioco, risultati e soprattutto di una qualificazione a Euro 2012 arrivata con due partite d'anticipo. Piccolo record assoluto per una nazionale che ora comincia la sua fase due.
I numeri e non solo danno ragione al ct dell'Italia, pronto a modellare la sua nazionale con 51 giocatori convocati, tre moduli sperimentati, tante idee da proporre. Tra tutte, quella di una nazionale multietnica. Balotelli e non solo, perchè nel caso del ragazzo «coloured» si tratta di un italiano di nascita.
Thiago Motta, Amauri e Ledesma sono invece i «nuovi italiani», quelli ai quali il ct ha aperto le porte della squadra più ambita in nome di una rivoluzione culturale, della modernità e anche delle necessità tecniche. Anche loro ci hanno messo del proprio, Thiago Motta soprattutto con un gol decisivo in Slovenia, nella piccola impresa dell'Italia.
Quattordici partite giocate, per uno score di nove vittorie, tre pareggi e due sconfitte, entrambe in amichevole. Ventidue gol fatti e sette subiti, di cui però uno solo nei match di qualificazione: anche in tempi di vuoti generazionali, quella azzurra è la più solida tra le difese europee. Eppure non è questa la cifra distintiva dell'era Prandelli: semmai la coppia di attaccanti «mini» Cassano-Rossi, la voglia di imporre gioco e difendersi attaccando, e poi i due exploit contro Germania e Spagna, 1-1 a Dortmund nella prima prova di forza della nuova Italia e poi una vittoria sui campioni del mondo, lo scorso agosto a Bari.
E dire che l'avventura del nuovo ct era cominciato in un'estate piovosa a Londra con un ko contro la Costa d'Avorio, il 10 agosto 2010. Prandelli aveva scelto la via del tridente d'attacco, Balotelli-Amauri-Cassano. Strada subito abbandonata (così come la scelta del centravanti brasiliano), anche per gli infortuni e le difficoltà disciplinari di Balotelli. Con una sconfitta alla prima avevano cominciato anche Lippi prima gestione e Bearzot, e il segnale dunque non preoccupava. La doppia vittoria del settembre 2010, in Estonia e poi a Firenze con le Far Oer (5-0), lancia d'altra parte subito la volata della squadra azzurra nel girone C. L'ottobre successivo è il mese dell'unico pari ufficiale (0-0 a Belfast con l'Irlanda) e della tremenda notte di Genova, Italia-Serbia e la furia di Igor e i suoi hooligan. Un 3-0 a tavolino che peserà nella corsa a Euro 2012. Prandelli ha già virato dall tridente verso un duo d'attacco supportato da Mauri.
È la stessa formula riproposta a novembre in Romania-Italia, un'amichevole a Klagenfurt all'apparenza innocua, segnata però dal ritorno di Balotelli e dalla contestazione contro la sua presenza in azzurro, per un «no all'Italia multietnica» degli Ultrà che scatena le polemiche. Il nuovo anno porta via le polemiche con la più convincente delle prove azzurre: a febbraio è 1-1 a Dortmund, in casa della Germania rivelazione del Mondiale. L'Italia riempe gli occhi dei suoi tifosi di un gioco brillante, ma nel frattempo Prandelli recuperato Pirlo ha in mente la rivoluzione. E infatti il 25 marzo a Lubjana contro la Slovenia ecco la nuova nazionale: due punte (Cassano-Pazzini, per l'occasione: per arrivare a Cassano-Rossi si aspetterà giugno) più un centrocampo di piedi buoni a quattro, con un finto trequartista. Il ruolo, partita dopo partita, se lo conquista Montolivo. È il gol di Thiago Motta agli sloveni a dare però a Prandelli una vittoria determinante in trasferta (mentre le rivali si tolgono punti a vicenda) e la certezza che è la strada giusta. È anche la prima volta che il ct esclude due giocatori per motivi disciplinari: Balotelli e De Rossi, rei di espulsioni per gioco violento con le loro squadre. Giugno porta altri tre punti contro l'Estonia e la seconda sconfitta in amichevole, contro l'Irlanda del Trap, ma poi c'è agosto con la sua dolce serata di Bari: Cassano superstar, la vittoria - anche un pò fortunosa - e la prestazione contro la Spagna campione del mondo. Poi la vittoria striminzita con le Far Oer, Cassano ancora protagonista. La nazionale è definitivamente sua, con quattro gol, mentre a Rossi va il primato delle convocazioni (unico ad essere sempre stato chiamato).

Poi Firenze, la vittoria sulla Slovenia grazie alla rete dell'ex viola Pazzini, la festa per Euro 2012. Nella città che aveva lanciato Prandelli come ideatore di progetti e allenatore di giovani. Anche questo, un segno del suo destino azzurro.

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