L’aeropittura diventa trascendenza

Nonostante la forte matrice anticlericale e l’implicita contraddizione, i futuristi non si sono sottratti al fascino del sacro. Fin dall’inizio degli anni Venti, Gerardo Dottori sperimenta visioni dall’alto, inserendo figure sacre nel paesaggio aeropittorico in un discorso di sintesi e spiritualizzazione della natura. Può tuttavia risultare strana e pretestuosa l’affermazione di un’arte sacra laica definita così dai firmatari del manifesto Marinetti e Fillia, secondo i quali «soltanto gli artisti futuristi, che da vent’anni impongono nell’arte l’arduo problema della simultaneità, possono esprimere chiaramente, con adeguate compenetrazioni di tempo-spazio, i dogmi simultanei del culto cattolico, come la Santa Trinità, l’Immacolata Concezione e il Calvario di Cristo». Non a caso «l’arte sacra futurista è un’esperienza strettamente connessa all’Aeropittura, l’evoluzione è quasi contemporanea», spiega Renato Miracco, ideatore della prima disamina completa «Piety and Pragmatism: Spiritualism in Futurist Art» in corso all’Estorick Museum di Londra e nel 2008 in arrivo a Roma.
«Una mostra di questo peso e dimensioni sulla spiritualità e l’arte sacra futuriste è un evento inedito anche per l’Italia, per quantità di opere, numero di autori e qualità dei dipinti e delle sculture», spiega ancora Massimo Duranti, uno dei curatori, ed è una magnifica anticipazione del centenario del Futurismo che cadrà nel 2009 (ma le manifestazioni partono già dall’anno che viene). Protagonisti sono Dottori e Fillia di cui sono esposte tra l’altro la Sacra Famiglia del 1931 e La Città di Dio del 1934. Nel 1927 Dottori aveva realizzato la celeberrima Crocefissione, qui esposta in una delle due versioni coeve, un dipinto di accentuata trasfigurazione che fu portato ad esempio di rinnovamento radicale dell’arte sacra da Marinetti ma che all’epoca suscitò scandalo sulle pagine dell’Osservatore Romano. Oggi, una delle versioni è nella raccolta di arte contemporanea del Vaticano. Fra le altre opere che fecero scalpore troviamo la Resurrezione di Bruschetti del 1933 allora definita dalla Chiesa «antiliturgica e antisacra». Di Andreoni, esponente del futurismo milanese, abbiamo la Madonna di Loreto splendida sintesi del miracolo mariano.
In tutto gli artisti riuniti sono 26, dal siciliano Pippo Rizzo a Benedetta Marinetti, presente con il suo incisivo Monte Tabor del 1939.

Fra le opere ritenute inedite i due angeli di Bonetti, il futurista toscano da non molto riscoperto, e - da poco ritrovata - l’Ascensione di Nino Vitali, futurista bolognese sconosciuto ai più.
LA MOSTRA
«Piety and Pragmatism: Spiritualism in Futurist Art» all’Estorick Museum di Londra. Catalogo Gangemi Editore, Roma.

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