L’arte «liquida» del designer Boffi

Famosi «stilisti» della casa a confronto sul tema del rapporto acqua-abitabilità

Andrea Indini

L'elemento base è l'acqua. Partendo da qui, architettura e design possono adattarsi e modellarsi senza che ci sia alcuna regola a imporre forme precise o schematiche. Questa è l'arte di Paolo Boffi che, questa mattina (a partire dalle 12), sarà festeggiato per il suo settantesimo compleanno nello Spazio Boffi di via Solferino 11.
Il compleanno di Boffi diventa una nuova occasione per Milano di proporsi a livello internazionale e confrontarsi con le nuove tendenze e i continui impulsi provenienti dal design mondiale. Abitare nella società liquida è il filo conduttore della giornata che si concluderà alle 19 con un cocktail: grandi designer - come gli svedesi Claesson, Koivisto e Rune o l'estroverso e piuttosto originale Wanders o, ancora, il giovanissimo Colonnello - saranno presenti e dibatteranno sulle innovazioni e i cambiamenti della società liquida spiegando come, all'interno degli spazi abitativi cucina e bagno, l'acqua sia divenuto l'elemento base su cui strutturare il design moderno.
«Diventa così chiaro - spiega lo stesso Boffi - come questo semplice elemento, l'acqua appunto, riesca a mutare completamente il concetto di necessità/bisogno fino a farlo divenire capriccio/desiderio». In un momento in cui il made in Italy ha avuto un leggero calo, ecco un settore in controtendenza dove è proprio il capoluogo lombardo a dettare le regole e le strutture. Boffi diventa, così, l'icona del rinnovamento economico e culturale che ha investito Milano negli anni Settanta e Ottanta: ne è l'esempio la trasformazione del suo laboratorio, originariamente a carattere artigianale, in un marchio produttivo che, al giorno d'oggi, ha importanza internazionale.
Nasce tutto nella Milano anni Cinquanta, luogo d'incontro tra imprenditori abili e intuitivi e designer giovani ma ricchi di talento. In questo quadro, s'inserisce Paolo Boffi con la proposta di «reintegrazione del progetto cucina» che arriva proprio quando iniziano ad affermarsi le prime abitazioni in serie che poi caratterizzeranno tutta l'architettura anni Sessanta. Insieme a Luigi Massoni e Piero Lissoni, Boffi ridisegna i sistemi già esistenti fino a renderli durevoli nel tempo, curando comunque l'aspetto tecnico e l'immagine dei prodotti stessi.
Così si passa dalla prima cucina integrata alla cucina interamente colorata, dagli innovativi contenitori «componibili» per abitazione al monoblocco compatto in grado di contenere tutte le funzioni della cucina, fino ad approdare - negli ultimi anni - al più avanzato high-tech. Ma tutto questo non basta. Nel 1997, Boffi lascia gli spazi espositivi della Fiera, definendola «un contesto troppo prevedibile», per presentare in uno spazio fuori salone, la chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, i suoi nuovi prodotti che la critica ha definito «sempre più attenti al mercato internazionale e al concetto di intercambiabilità».
La giornata sarà quindi l'occasione per ripercorrere 50 anni di storia del design milanese e italiano e analizzare gli studi evolutivi che sono stati fatti sull'abitabilità e la funzionalità di ambienti come la cucina e il bagno. I grandi artisti provenienti da tutto il mondo si confronteranno in una tavola rotonda al fine di illustrare le nuove tendenze e gli ultimi progetti della «società liquida».

In occasione dei settant'anni di Boffi, Electa presenta oggi la nuova monografia «Liquid space - 70 anni di design Boffi» (80 euro), introdotta da un saggio di Stefano Casciani. Il libro contiene anche un'interessante intervista a Piero Lissoni che spiega cosa sia mutato, dal punto di vista creativo, a Milano dagli anni Cinquanta a oggi.

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