L’atmosfera del grande circo americano conquista Milano

Ha quasi centoquarant'anni ma non li dimostra. Eppure è il circo più antico e famoso d'America con una storia lunga quanto il nome dei suoi fondatori, Ringling Bros and Barnum & Bailey. Fino a domani, domenica, è in trasferta al Palasharp (tre gli show, alle 11, alle 15 e alle 19) con il Circus Party & Show, uno spettacolo già applaudito in due anni da dodici milioni di spettatori, un numero record per uno spettacolo circense. In realtà si tratta di tre circhi ottocenteschi uniti sotto un unico chapiteau dal 1919: quello dei Ringling Bros, i cinque fratelli Ringling, che alla fine dell'Ottocento acquistarono persino un convoglio ferroviario con sessanta motrici e quaranta vagoni passeggeri per diventare il più grande circo viaggiante, quello dell'intraprendente James Anthony Bailey che nel 1879 installò nel suo tendone le luci elettriche, un anno prima che Thomas Edison brevettasse la lampadina, e soprattutto quello di Phineas Taylor Barnum, il più geniale impresario circense di tutti i tempi: fu lui a portare in scena persino il leggendario cacciatore Buffalo Bill e a fargli raccontare per undici stagioni il suo west, con i classici numeri da circo e l'aiuto di attrazioni eccellenti, come il mitico capo indiano Toro Seduto e la prima donna pistolera, Calamity Jane.
Ma i tempi sono cambiati ed oggi il circo Ringling Bros and Barnum & Bailey, o meglio RBB Circus, come lo chiamano in America, non si accontenta più di creare soltanto numeri strepitosi e temerari, veri e propri esercizi di stile che sfidano le leggi di gravità, con ciclisti clown, acrobati motociclisti, illusionisti, funamboli, tigri del Bengala e elefanti asiatici (che hanno sollevato la protesta, immancabile quando si tratta di show che prevedono l'utilizzo di animali in scena, della Lav, la Lega antivivisezione). Lo spettacolo comincia mezz'ora prima, con il Circus Party, una sorta di show interattivo dove adulti e bambini possono incontrare i ventiquattro artisti del cast, camminare su una fune, imparare numeri di magia, persino volteggiare al trapezio, soprattutto capire cos'è lo spirito circense.
Insomma prima e durante lo spettacolo non mancheranno i colpi di scena, sulla scia di quelli entrati nella storia.

Come quando nel 1835 mostrò al pubblico una signora di colore, Joyce Heth, spergiurando che fosse l'ex nutrice del presidente degli Stati Uniti George Washington, ancora in forma nonostante i 161 anni, o quando fece cantare una fanciulla che esibiva la coda di un pesce sostenendo che fosse la sirena delle isole Fiji, o portò uno scheletro sostenendo che fosse di Cristoforo Colombo. Gli spettatori gli credevano sempre, senza riserve, anche questa, in fondo, è la magia del circo.

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