L’autore della campagna anti Casta: «Porto in Parlamento mezzo milione di firme»

Se li tagliano i dirigenti passeranno a Mediaset

L’autore della campagna anti Casta: «Porto in Parlamento mezzo milione di firme»

Ore 15. «Il tempo di arrivare a Saxa Rubra e ti richiamo». Un’ora e passa più tardi ecco Aldo Forbice, storico conduttore di Zapping su Radio1 e da un paio di mesi autore di una campagna anti Casta che, guarda un po’, la Casta l’ha fatta parecchio infuriare: «Scusa, ma Roma è bloccata dalle proteste».
Deduco che non pranzi alla mensa Rai, eppure ti converrebbe, costa così poco...
«Ho capito dove vuoi arrivare».
Guarda la trave nel tuo occhio ...
«Senti. Nessuno esclude che in Rai ci siano sprechi o stipendi molto alti di giornalisti, dirigenti, artisti. Ma i parlamentari non possono usare questo argomento per difendere i propri privilegi».
Però lo hanno fatto: in commissione di Vigilanza hanno chiesto al dg Lorenza Lei di riferire sugli stipendi di 300 dirigenti.
«Bene. Che riducano i compensi, tanto poi là fuori c’è un mercato, passeranno tutti a Mediaset».
Hanno anche chiesto spiegazioni sulla tua trasmissione: Pd, Pdl, Idv, tutti d’accordo.
«Sì, una trasversalità che mi ha dato molto fastidio».
Beh, tu dai fastidio a loro: dicono che la tua campagna «Sforbiciamo i costi della politica» fomenta il qualunquismo.
«L’abbiamo iniziata dopo aver ricevuto centinaia di mail che ci chiedevano di dare un servizio pubblico. A livello di enti locali ha già portato a molti risultati».
Appunto.
«Ma questo è il contrario del qualunquismo! Noi chiediamo alla politica di esser seria, perché crediamo nelle istituzioni democratiche, e cerchiamo di far sì che la fiducia dei cittadini nella politica aumenti».
Sei come Beppe Grillo.
«Dai fan di Grillo ricevetti 3mila mail di insulti in 36 ore perché li definii allocchi».
Lui fece un post sul suo blog: «Zappiamo Forbice».
«Poi però il suo capogruppo in Emilia Romagna, la prima Regione a tagliare i vitalizi, mi chiamò per ringraziarmi dell’impegno, lo invitai in trasmissione e ci trovammo d’accordo».
Vedi?
«Di sicuro anche io penso che la politica non debba essere un mestiere, ma un servizio. Ti metti in aspettativa, fai una legislatura e poi torni al tuo mestiere. Ma questi non sanno a cosa tornare».
E ti chiuderanno la trasmissione.
«Abbiamo raccolto 260mila adesioni in due mesi e mezzo, più di quante ne abbia mai raccolte per qualsiasi campagna umanitaria, e ne ho fatte».
Sei pure commendatore della Repubblica.
«Vedo che ti sei documentata».
E documentandomi ho scoperto che sei stato caporedattore, vicedirettore e direttore in mezza Rai. Chissà quanto guadagni.
«Ho un contrattino da esterno, perché sono in pensione. Il mio commercialista dice che ci perdo».
Avrai una pensione d’oro.
«Macché, ti assicuro».
Comunque fra poco potrai goderti la pensione.
«Non credo proprio. Certo, già qualcuno ha fatto accenno a dare un termine alla campagna... Ma io mi do solo un limite minimo: 500mila firme, tante quante ne servono per i referendum, che consegneremo al premier e ai presidenti di Camera e Senato».
La Lei ti ha chiamato?
«Mi aspettavo almeno una telefonata di solidarietà, invece niente. Ma sono rimasto molto più amareggiato per il silenzio di Sergio Zavoli, sai ci conosciamo da tanti anni».


Il presidente ti ha attaccato in Vigilanza?
«Non mi ha citato, ma pare abbia detto che certe iniziative denigrano le istituzioni. Eppure lui non dovrebbe aver bisogno di farsi riconfermare, la sua stagione è al termine. Ma la vita è così: si resta attaccati a quello che si è. È incredibile come si possa esser diversi in pubblico e in privato...».

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