L’ultima volta c’era Platini. Ovviamente in campo. Stavolta ci sarà Giovinco. Dov’è l’errore? C’è Juventus e Juventus, d’accordo. Ma l’altra volta, fatti i conti 24 anni fa, il Bordeaux ebbe da vedersela con Platini e Boniek, Paolo Rossi e Cabrini, Scirea e Tardelli. Qui siamo a Marchisio e Felipe Melo, Amauri e Iaquinta, Legrottaglie (l’alter ego era Caricola, con Brio nel freezer) e Cannavaro. La Juve di Champions riparte da questo impietoso confronto con il passato. Impietoso, perchè quel 3-0 conquistato a Torino (Boniek, Briaschi, Platini) obbliga a pensare in grande. E così la partenza in campionato. Non sempre è buona norma.
Questa è una Juve da lavori in corso. Si affida a Giovinco perchè non ha di meglio. Diego resta a guardare, anche se non sta male come pareva. Magari ci sarà al ritorno. Ma ora parte la Champions, l’anno scorso la Juve navigò con bella rotta per tutto il girone eliminatorio, poi s’incagliò contro il Chelsea.
Dunque, dov’erano rimasti? Juve da campionato o Juve da Champions? È la domanda che vale una stagione. Se l’Inter non può permettersi di toppare ancora in Europa, la Juve non può restare a guardare: si sente più forte e più bella, ma ancora non sa quanto vale. In questi giorni qualunque tifoso, sia interista o juventino (i milanisti sono fin troppo abbacchiati) vorrebbe giocarsi la puntata di successo: come se la passerà con l’Inter? Come sarà la vera Juve, quella che rivaluta il giocare per lo scudetto? Poche certezze e qualche dubbio. Fra le certezze, in Italia o in Europa non potrà mai essere la Juve targata Giovinco, Formica atomica per grandi e piccini, un po’ meno per gli avversari. C’è una colonna vertebrale che quest’anno farà grande la squadra o l’affosserà: Buffon, Chiellini, Sissoko, Felipe Melo, Diego, Iaquinta (o Trezeguet). Magari non farà pari con Tacconi, Cabrini, Scirea, Tardelli, Platini, Boniek (e Rossi) che la portarono alla finale dell’Heysel. Però ci proverà. Non è ancora la squadra che stasera prenderà il largo. Ne mancano troppi.
Dall’altra parte ci sarà Gourcuff e, magari, capirà che in Italia ci poteva essere posto anche per lui (bastava piagnucolare meno e metterci un po’ di attributi in più). Come lo intuirà? Se Giovinco ha un posto da titolare, o da riserva di lusso (sic!) nella Juve.... Quest’anno la squadra di Ferrara ha la bellezza dell’essere ancora imprevedibile. Sappiamo chi c’è, non sappiamo quanto valgano tutti insieme. E neppure quanto conti la mano del tecnico.
Verrebbe
da pensare: provaci con l’Europa. Ma rischia di arenarsi alle semifinali. È una squadra piena di forza ed ha un solo polo della fantasia. Per vincere serve Diego, per sognare basta Giovinco. Per segnare, vedremo stasera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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