Dopo il successo editoriale di «Marietta», Marcello Montaldo ritorna con un nuovo libro, caratterizzato anch'esso da quella scrittura facile che a prima vista potrebbe far torto all'autore, ma che invece rivela una grande familiarità con la penna, perché ben sappiamo quanto sia «difficile» lo scrivere «facile». Un libro che conferma anche la passione di Marcello Montaldo per la storia, già registrata in «Marietta», che stavolta consente all'autore qualche sfumata digressione sulla guerra partigiana, sulla guerra civile spagnola o sulle più recenti ere del terrorismo e di tangentopoli in Italia.
Nodo del racconto è una vecchia scrivania che un funzionario del Comune di Genova in carriera si ritrova ad occupare, e che già era stata del locale Federale del Fascio. «
Una massa di legno in origine nero, posata su zampe di uccello rapace, ornata di modanature intagliate
» Un mobile severo ma adatto ad un dirigente di grado elevato. Ed attorno a questa scrivania che ruota la vicenda del dott. Daniele Serra, nuovo vice-capo alla Ripartizione Economato. Figlio unico, scapolo, amante della pittura del Botticelli, che ritiene il genio assoluto. Attorno a Daniele ruotano i tanti personaggi della vicenda, tutti ben caratterizzati, la segretaria, la Capo ripartizione, l'archivista, il collega di Sant'Ilario, per finire alla domestica Battistina, donnina minuta che ha vissuto la tragedia della guerra civile spagnola e che comunica con Daniele con scambio di biglietti: ho preparato il sugo, deve comprarsi le calze, s'è rotto il ferro da stiro. Tutti questi biglietti si chiudono con un verso di una poesia in spagnolo che Daniele riconosce poi per versi di Garcia Lorca, scoprendo così la triste storia di un antico amore di Battistina per un combattente spagnolo.
Ma la «scrivania del Federale» custodisce un segreto: nel riparare un cassetto che non chiudeva il dott. Serra scopre una pistola, nascosta tra il cassetto ed il mobile, in una scatola polverosa che ne attesta la presenza da parecchio tempo. Ed ecco snodarsi l'azione narrativa intrecciandosi tra pratiche burocratiche poco chiare e frettolosamente archiviate, personaggi poco puliti che entrano nella vita di Daniele, donne che gli si offrono per carpire favori derivanti dalla sua posizione lavorativa. Con uno stile che sa creare tensione, con un gioco ad incastri che utilizza volentieri dei flash back quasi cinematografici, l'autore ci conduce velocemente alle ultime pagine del libro, con un finale a sorpresa che non stiamo a raccontare.
Marcello Montaldo, La scrivania del Federale. Ed. Il Filo, 14
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