«L’età non mi angoscia ho tanti ammiratori e mi reinvento a teatro»

L’attrice nata a Tunisi ed emigrata a Parigi parla della sua carriera: dai primi ruoli alla fama internazionale

Prosegue la nostra serie di incontri con i grandi del cinema italiano. Oggi è la volta di Claudia Cardinale. Interprete di più di cento film, assieme alla Loren e alla Lollobrigida è stata a lungo il volto dell’Italia all’estero. Domenica prossima, a tu per tu con Dino Risi Massimo Bertarelli CaraClaudia Cardinale, lei è popolarissima, ma un gradino sotto a Loren e Lollo, come mai? «Forse perché ho qualche anno di meno...». In compenso in Francia ormai è celebre quanto in Italia... «In Francia c’è molto rispetto per il mio cinema. Per esempio è in uscita restaurato La ragazza con la valigia, girato nel 1960». Dove lei era doppiata da Adriana Asti. Non piaceva la sua voce, un po’ roca e, diciamolo, molto sensuale? «Più che questione di voce c’era il fatto che non conoscevo bene l’italiano. Ancora adesso, quando conto lo faccio in francese». E quando smise di farsi doppiare? «Nel 1963. Fu Fellini a volermi con la mia voce in 8 e 1/2. Se si sta attenti si coglie benissimo il mio accento francese». Soddisfatta della sua carriera? «Molto. Sono appena tornata dal Portogallo: ho ricevuto tanti festeggiamenti. Adesso sono a Hollywood per una rassegna dei miei film. In complesso mi considero una privilegiata. Ho lavorato con grandi maestri, come Visconti e Fellini. Però non mi sono mai montata la testa. Anzi spesso mi chiedevo: “Perché vogliono proprio me?”». Si vede che usava poco lo specchio. Lei è una campionessa di modestia... «Credo che sia importante lavorare con umiltà, restare sempre con i piedi per terra». Ora i piedi li tiene quasi sempre in Francia. È l’Italia che l’ha dimenticata o viceversa? «Credo nessuna delle due cose. Le mie radici sono africane, perché sono nata e cresciuta a Tunisi, la mia cultura è francese, ma il mio cuore è in Italia e io mi sento italiana». Allora perché si è trasferita? «L’abbiamo deciso Pasquale Squitieri (con cui convive dal 1975, ndr) e io per nostra figlia Claudia, che infatti chiamiamo Claudine. Volevamo che studiasse in Francia. Ma io seguo tutto quel che succede in Italia, leggo i giornali italiani e seguo i tg. Anche se tra i miei più cari amici, di recente sono stata a cena con lui, c’è il sindaco di Parigi, che, guarda caso, è nato in Tunisia». Ammiratori ne ha sempre, a quanto risulta... «Sì, lo ammetto. Sparsi un po’ dappertutto. In Germania, Giappone, California, Russia. La cosa più curiosa è che per la maggior parte sono giovanissimi. Ricevo tante lettere». E risponde a tutti? «Certo». Chissà che lavoro per la segretaria... «Nessuna segretaria. Scrivo a tutti personalmente». Niente posta dall’Italia? «Come no. Gli italiani vorrebbero che tornassi». Lei invece resiste. Dica la verità prova un po’ di rancore, perché in Italia non la chiamano... «No, rancore è una parola che ignoro. Del resto come qualsiasi sentimento ostile. Lo ripeto l’Italia è la mia patria. Non scordo che mio padre, un ingegnere costruttore di barche, era di origini siciliane. Per la precisione di Isola delle Femmine». Un nome, una garanzia... A proposito di femmine, lei è ancora affascinante, ma la disturba che la fama non le consenta di nascondere la sua età? «No, non me ne importa niente». Quand’è stata la prima volta che un produttore o un regista le ha detto: sei troppo vecchia per questa parte? «Semplice: non c’è stata. Non ho mai telefonato a qualche regista per propormi. Ricevo invece un’infinità di copioni. Mi basta poco per accorgermi che sono brutti e rifiutarli. Quasi tutti. Non sono un tipo facile. In questo periodo sto lavorando in Normandia e ho un’offerta per un film in Bretagna, diretto da una donna. Di più non voglio dire, per correttezza e scaramanzia». Le secca che uno Sean Connery o un Alain Delon possano ancora fare, usando il gergo teatrale, l’«amoroso» e una loro bella coetanea non più? «No. Anche nella vita reale succede la stessa cosa. Se un uomo maturo sta con una ragazzina è normale, se lo fa una signora della stessa età è subito scandalo. Ne ho parlato recentemente con Meryl Streep e Sharon Stone: mica possiamo cambiare il mondo». Chi delle attrici straniere dei tempi giovanili le ha rubato più ammiratori, la Bardot o Marilyn? «Nel 1971 ho girato Le pistolere, proprio con Brigitte. I giornalisti erano arcisicuri che sul set ci saremmo scannate, così ne arrivò un esercito. Invece siamo andate d’amore e d’accordo, deludendo tutti. Con Sophia Loren ho un’intesa perfetta e anche con Monica Bellucci, che ha scelto la Francia come me: ci siamo viste l’estate scorsa, un incontro tra due generazioni senza vittime». Si è mai innamorata sul set? «Mai. Ho sempre diviso lavoro e vita privata». Va bene, ma, come si dice, al cuore non si comanda... «Sarà un caso, ma a me non è capitato. Anche se mi hanno fatto la corte in molti». Il più insistente? «Marlon Brando». Però... E ha detto di no perfino a lui? «Sì, anche se era già il mio idolo. Mi ha fatto il filo fuori dal set, non abbiano mai girato un film insieme. Che ci posso fare, sono un ariete, ho la testa dura. Anni dopo, riparlandone a Los Angeles, ci abbiamo riso su. Mi ha capito perfettamente, era un ariete anche lui». E c’è qualche partner che si innamorò di lei? Si sussurra Mastroianni nel Bell’Antonio «Confermo. Mi ha tampinato per parecchio tempo, anche dopo la fine del film. Lui non capiva...» ...come mai lei non gli cedesse... «Infatti». Adesso lei fa teatro con grande successo «Merito di Pasquale. Squitieri, intendo. Avevo molta paura, ma lui è riuscito a convincermi a salire in palcoscenico. Il primissimo è stato La Venexiana messa in scena da Scaparro, poi Come ti mi vuoi proprio con Squitieri, infine La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams. Sono andata bene, tanto che farò una tournée in Giappone, a Mosca, Atene e in Tunisia». Il suo film preferito, tra quelli interpretati da lei? «La viaccia di Bolognini con Belmondo, Il gattopardo e Claretta, che ho girato per la Rai». E quello che ama di più tra gli altri? «Fronte del porto. Poi ho amato moltissimo certi film di Visconti e di Fellini. Qualche giorno fa ho rivisto in tv Amarcord: sempre bellissimo». Il film che avrebbe voluto fare e non ha fatto? «Io sono molto orientale. Fatalista. È il destino che decide tutto. Se quel tale film non l’ho girato vuol dire che era scritto che non dovessi farlo». L’attrice più bella di sempre? «Ava Gardner e Rita Hayworth. La sua Gilda resterà indimenticabile. L’ho avuta come mamma in Il circo e la sua grande avventura e mio padre era John Wayne. Senza dimenticare Sophia, stupenda». L’attore più affascinante? «Marlon Brando, quindi James Dean e Alain Delon. Tra gli italiani Gian Maria Volontè, straordinario, e Mastroianni. Tra gli italianizzati Tomas Milian e Jean Sorel». Le manca di più l’Italia o la giovinezza? «In Italia vengo di continuo, la giovinezza non l’ho mai rimpianta. Il lifting non so neanche che cosa sia. Ho tanta energia, mi muovo, lavoro, non sto mai ferma». Per il futuro? Il film con Richard Gere di cui si era parlato? «È un progetto che sta nell’aria. Penso a un film da girare nelle Filippine». Come mai non si è voluta spogliare sul set: altri tempi o innato senso del pudore? «Non è questione di tempi, ma di gusto. Ho sempre rifiutato il nudo. Trovo che il mistero sia più erotico, più seducente». Quindi se rinascesse oggi, tra vent’anni direbbe di nuovo no? «Certamente. No, sempre no». Un solo matrimonio (con il produttore Franco Cristaldi, ndr), poi un solo compagno. Scandaloso, non trova? Se le attrici fossero tutte così, lei avrebbe un sacco di disoccupati sulla coscienza: Novella 2000 e Verissimo dovrebbero chiudere... «Che ci posso fare se amo tutte le persone che conosco?».

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