L’Ue: contro la Russia non ci saranno sanzioni

Alla fine è prevalsa la linea morbida o, quanto meno, attendista. L’Unione europea ha deciso di non adottare alcuna sanzione contro la Russia durante il vertice dei 27 convocato dal presidente francese Nicolas Sarkozy per lunedì prossimo.
Resta la ferma condanna di Bruxelles per l’operato di Mosca in Georgia ma, almeno per il momento, si agirà solo per via diplomatica. «L’Europa non vuole isolare Mosca - ha detto un portavoce della Francia, presidente di turno dell’Ue -, ma non può neanche fare come se niente fosse successo». Insomma, rapporti bilaterali “sotto osservazione”, per darsi il tempo di misurare la volontà del Cremlino di salvare il salvabile. Che, a dire il vero, sembra veramente poca. A dimostrarlo, i rapporti che, dall’altra parte, si stanno sempre più stringendo tra Russia e regioni separatiste osseta e abkhaza. E i toni bellicosi con i quali l’“orso bianco” si rivolge alla Nato.
Certamente destinata ad accrescere le tensioni è la decisione del Parlamento sud osseto di firmare, il prossimo 2 settembre, un accordo con il Cremlino per fornire ai “padrini russi” alcune basi militari. Una mossa che certo rende sempre più plausibile l’ipotesi di una futura annessione della regione alla Russia. Un’ipotesi che potrebbe tradurre le parole in fatti «nel giro di diversi anni», come hanno detto le stesse autorità ossete parlando della possibile riunificazione del Sud della regione con il Nord, già parte del territorio russo.
Benzina sul fuoco sono anche i toni aggressivi con i quali il portavoce del ministero russo degli Esteri, Andrei Nesterenco, si è rivolto ieri alla Nato. «Quelle della Nato sono accuse infondate, che rappresentano un’interpretazione selettiva e politicamente motivata del diritto internazionale, nello spirito dei doppi standard». Una posizione, secondo Nesterenco, che può portare solo a conseguenze «irreversibili per il clima politico-militare e la stabilità del continente».


E senza dubbio destabilizzante per il clima politico e gli equilibri internazionali è anche la decisione di Tbilisi di rompere i rapporti diplomatici con la Russia, ritirando i propri rappresentanti da Mosca e ordinando a quelli russi di lasciare la Georgia. Insomma, al di là dei temporeggiamenti della diplomazia, il panorama è sempre più decisamente bipolarizzato: o con la Russia o con la Georgia.

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